Il primo mese, il mese di Nissan, il dodicesimo anno del re Assuero, si tirò il Pur, cioè a sorte, in presenza di Haman; un giorno dopo l’altro e un mese dopo l’altro, finché uscì il dodicesimo mese, il mese di Adar (Ester 3:7).Questo è l’ordine delle fasi in cui Haman manifesta la sua volontà di annientamento degli ebrei:1. Haman…
IDEE – PENSIERO EBRAICO
Purim, si torna alla vita
Furono mandate delle lettere per mezzo di corrieri in tutte le provincie del re perché si distruggessero, si uccidessero, si sterminassero tutti gli ebrei, giovani e vecchi, bambini e donne…(Estèr III, 13)Per Hamàn non era sufficiente sterminare – leabèd il popolo ebraico. Prima dello sterminio voleva anche lehashmìd ve-laharòg distruggere e uccidere uomini, donne e bambini. Nel testo della Meghillà, come si evince anche…
“Un respiro in più” – la bioetica secondo Vasco Rossi
A volte i poeti e i cantautori esprimono in poche parole quanto altri direbbero in dotte e lunghe disquisizioni. Uno dei problemi principali della bioetica è arrivare a una chiara definizione della fine della vita. Da questa determinazione può dipendere, infatti, la vita di altre persone. La questione è il trapianto di organi: stabilire che il decesso sia avvenuto è un…
Parashà di Vaykrà: Chi è più adatto a fare il chazàn?
La prima parashà del libro di Vaykrà introduce l’argomento dei korbanòt, dei sacrifici, siano essi bovini, ovini o caprini o anche offerte farinacee. R. Shimshon Nachmani (Modena, 1706-1779, Reggio Emilia) nella sua opera Zera’ Shimshòn, cita il Talmud Yerushalmi (Rosh Hashanà, 2:5) dove è scritto che nel libro di Shemuel (3:14) riguardo ai peccati dei figli di Elì, il Kohen Gadol, è scritto: “Il peccato del casato di Elì…
Parashà di Pekudè: Cosa significa Pekudè?
Pekudè è l’ultima parashà del libro di Shemòt e in essa Moshè presenta il rapporto sull’uso delle donazioni fatte dai figli d’Israele per la costruzione del Mishkàn e sul montaggio del Mishkàn stesso alla fine dei lavori. La parashà è chiamata Pekudè dalla prima parola: “Elle pekudè ha-Mishkàn”(questi sono i conti del Mishkàn) (Shemòt, 38:21). R. Pinchas Rozenzweig di Gerusalemme nel suo recente volume Peer Yashàr (1993) sulle parashòtsettimanali, fa notare che la radice pkd nella Torà e nei libri dei profeti…
Parashà di Vayakhèl: Prendi i miei gioielli
In questa parashà Moshè annuncia ai figli d’Israele che per la costruzione del Mishkàn, l’Eterno ha dato il seguente ordine: “Prelevate da ciò che è vostro un’offerta in onore dell’Eterno; chi è di cuore generoso rechi quest’offerta all’Eterno, oro, argento e rame. Lana azzurra, porpora, scarlatto, lino e pelo di capra, pelli di montone tinte di rosso, pelli di tàchash (un animale ignoto), e legno di acacia”…
La “dolce morte” di Rabbi Chaninà ben Teradiòn – L’eutanasia secondo l’ebraismo in un caso narrato nel Talmud
Regolarmente si torna a parlare in Italia dell’eutanasia. Qual è il punto di vista ebraico su questo tema? Senza pretendere di essere esaustivi su un argomento complesso e dai numerosi risvolti, proviamo a evidenziarne i princìpi generali partendo da un racconto del Talmud. L’episodio si svolge durante le dure persecuzioni degli ebrei sotto l’imperatore Adriano, dopo la rivolta di Bar…
Parashà di Ki Tissà: Osserviamo almeno due sabati
Nelle due parashòt precedenti viene raccontato che l’Eterno diede a Moshè le istruzioni per la costruzione del Mishkàn. In questa parashà vi è la notizia della nomina di Betzalèl a capo del progetto. Nel paragrafo che segue è scritto: “L’Eterno parlò a Moshè dicendo: Parla ai figli d’Israele e dì loro: Ma (ach in ebraico) osserverete i miei sabati, perche il sabato e un segno fra…
Parashà di Tetzavè: Al Monte Sinai fummo tutti proseliti
In questa parashà, dopo aver completato le istruzioni sui vestimenti del Kohen Gadòl e degli altri kohanìm, viene data la mitzvà di portare due offerte quotidiane sul mizbèach (altare) che si trovava nel cortile del mishkàn, il tabernacolo mobile nel deserto. Nella Torà è scritto: “Ed ecco ciò che tu offrirai sul mizbèach: due agnelli dell’età di un anno per ogni giorno continuamente. Uno degli agnelli offrirai al mattino e…
Il merito di un’intera vita morale
La parola Tzedakà, che spesso viene tradotta come elemosina o atto di beneficenza, in realtà nella Torà, nei Profeti e nei Salmi ha un significato molto più ampio. Prima di indicare l’aiuto monetario al povero o un qualsiasi altro sostegno a una persona in difficoltà, Tzedakà rappresenta l’essere giusto (tzaddìq), la giustizia, il comportarsi rettamente, ed è per questo che…