Siamo abituati per tradizione a interpretare i fatti che avvengono intorno a noi, trarne delle previsioni e degli insegnamenti. Il fatto che quest’anno, proprio alla vigilia di Rosh ha Shanà, si vada a votare per il nuovo parlamento (noi ovviamente dobbiamo farlo prima del tramonto) è carico di significati. Anno nuovo, vita nuova; e noi ripetiamo la frase “che finisca…
IDEE – PENSIERO EBRAICO
Prima dei moadim: Elul, il mese della Teshuvà
“Moty, oggi papà ti porta allo zoo” disse il padre al figlio di 10 anni. “Che bello lo zoo, non ci sono mai stato!!!”. Giunto allo zoo Moty, entusiasta e sovreccitato, comincia a percorrere di corsa il lunghissimo viale pieno di animali. “Ecco l’orso!!” fa cenno il padre a Moty. “Guarda il leone!!” Aggiunse poi. Ma Moty è talmente preso…
Parashà di Ki Tavò: Tutto questo per qualche fico e qualche melograno?
La parashà inizia con la mitzvà annuale di portare le primizie della frutta di Eretz Israel al Bet ha-Mikdàsh con queste parole: “Quando sarai entrato nella terra che l’Eterno, tuo Dio, è per darti in retaggio, e la possederai, e vi abiterai; piglierai delle primizie di tutti i prodotti del suolo, che avrai raccolti dal tuo terreno, che l’Eterno, tuo Dio, è per darti, e le…
Parashà di Ki Tetzè: La responsabilità verso terzi nella Torà
Una delle mitzvòt di questa parashà è quella di costruire un parapetto sul tetto della casa. Nella Torà è scritto: “Quando edificherai una casa nuova, farai un parapetto al tuo tetto; non permettere che una situazione pericolosa rimanga nella tua casa (lett.: “non mettere del sangue nella tua casa”), perché qualcuno potrebbe cadere” (Devarìm, 22:8). R. Joseph Pacifici (Firenze, 1928-2021, Modiin ‘Illit) in Hearòt ve-He’aròt (p. 218) scrive…
Parashà di Shofetìm: Giustizia o idolatria?
All’inizio di questa parashà, dopo la mitzvà di nominare giudici competenti, segue quella di non piantare una asherà nel Bet ha-Mikdàsh e di non erigere una stele. In questi due versetti è scritto: “Non piantare per te una asherà, o alcun albero, presso l’altare che ti farai per l’Eterno tuo Dio. E non erigerti alcuna lapide, cosa che l’Eterno, tuo Dio, ha in odio” (Devarìm, 16:21-22). Il Maimonide (Cordova, 1138-1204, Il…
Parashà di Reè: Il Bet Ha-Mikdàsh fu costruito 480 anni dopo l’uscita dall’Egitto
L’autore catalano del Sèfer Ha-Chinùkh (XIII sec. E.V.) scrive che la prima mitzvà di questa parashà è quella di distruggere tutti i luoghi usati dai cananei per i loro culti idolatri e fare sì che anche la loro memoria venga cancellata: “Distruggerete tutti quei luoghi dove le nazioni che conquisterete prestavano culto ai loro dei; sugli alti monti e sopra le colline, o sotto ogni albero frondoso.…
Parashà di ‘Ekev: Perché si dice la birkàt ha-mazòn?
La mitzvà della birkàt ha-mazòn, la benedizone che segue il pasto, la si impara da questa parashà, dove è scritto: “E osserva i comandamenti dell’Eterno, del tuo Dio, camminando nelle sue vie e temendolo; perché il tuo Dio, l’Eterno, sta per farti entrare in un buon paese: paese di corsi d’acqua, di laghi e di sorgenti che nascono nelle valli e nei monti; paese…
Parashà di Vaetchanàn: La mitzvà e le priorità nello studio della Torà
L’autore catalano (XIII sec. E.V.) del Sèfer ha-Chinùkh, che elenca e spiega le 613 mitzvòt della Torà, scrive che la mitzvà di studiare Torà e di insegnarla è in questa parashà. Infatti è proprio qui che leggiamo i noti versetti dello Shema’: ”E saranno queste parole che ti comando oggi sul tuo cuore, le insegnerai ai tuoi figli e ne parlerai con loro stando nella tua casa, camminando per la…
La gioia ritrovata - La festa di T”u be av e i suoi tanti significati
"Non vi erano giorni migliori in Israele che il 15 di Av e Yom ha Kippurim" (Ta'anit cap.4 mishnà 8). Nella mishnà di ta'anit si racconta di questa giornata come la più gioiosa dell'anno, insieme a Yom Kippur, in cui le giovani ragazze si vestivano di abiti bianchi (presi in prestito affinché non potesse sentirsi in inferiorità chi non aveva…
L’amore contro l’odio gratuito. Una riflessione su Tishabeav
Il 9 di Av è una data segnata a lutto da 2000 anni ed è il giorno deciso da Dio per piangere per un vero motivo. Il lutto sta nella distruzione del Tempio di Gerusalemme, avvenuta due volte, nel 586 a. e. v. e, definitivamente, nel 70. I maestri nel Talmud (Yomà 9b) hanno spiegato che il I Tempio fu distrutto…