Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Medio Oriente: più realismo e meno ideologie

    Nel guardare il mondo la politica realista considera gli stati di cose, i rapporti di forza, come concretamente modificarli. L’ideologia invece non vede quel che c’è ma ciò che ci “dovrebbe essere” e vorrebbe cambiare il mondo appiccicando alle cose etichette con giudizi positivi o negativi. L’approccio al Medio Oriente è da decenni dominato dall’ideologia. Si capisce che lo abbiano fatto gli arabi frustrati dal successo di uno stato ebraico ricostruito in un territorio che consideravano loro per diritto di conquista; e  anche che l’abbiano fatto i paesi comunisti e i loro eredi. Per entrambi l’ideologia era il motore della propaganda, serviva al loro scopo. E però ci è cascata anche l’Europa e in generale il mondo progressista. Per la sua ideologia, l’esistenza di Israele è un male, magari necessario, ma un male. La nascita di uno stato palestinese sarebbe un bene. Dunque bisogna attaccare a Israele e agli arabi che gli vivono accanto delle etichette. Gerusalemme è di fatto da settant’anni la capitale di Israele. Ma per l’ideologia bisogna negarlo e dire che la capitale è Tel Aviv, anche se non lo è. L’Autorità Palestinese non controlla i suoi confini, è dilaniata da una guerra fratricida, alimenta il terrorismo, non sa gestire la sua economia neanche quanto basta a emettere moneta, riscuotere tasse e dazi, fornire l’approvvigionamento idrico. Ma l’ideologia vuole che sia uno stato e quindi le si mette questa etichetta: l’inesistente stato di Palestina. Donald Trump è il primo politico realista in Occidente da decenni e dice le cose come stanno. Della capitale di Israele dice che è la capitale di Israele, e ci mette l’ambasciata, come è normale. Dei palestinesi dice che non sono uno stato e che farà una proposta: la aspettiamo. Ora del Golan, che dopo la fine degli ottomani è stato sotto il controllo francese per un accordo con gli inglesi, nel ‘46 è passato alla Siria diventando una piattaforma militare contro Israele, che l’ha liberato nel ‘67, Trump dice finalmente che è territorio israeliano, com’è vero da 52 anni. Onore a lui per aver introdotto finalmente la realtà nel Medio Oriente.

     

    Ugo Volli

    CONDIVIDI SU: