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    Israele, gli ebrei americani e Trump

    Ha suscitato grandi polemiche fra gli ebrei americani – già divisi fra loro da fratture profondissime – un tweet di Trump in cui il presidente diceva che gli ebrei americani che votano per il partito democratico o non capiscono la situazione o sono sleali (e Trump intendeva, come ha precisato subito, sleali al loro popolo perché contro Israele: https://worldisraelnews.com/trump-clarifies-voting-democrat-is-being-disloyal-to-israel-jewish-people/). 

    Alcuni hanno inteso l’osservazione come un’interferenza nel mondo ebraico o addirittura come una nuova versione della vecchia accusa di “doppia lealtà” che certamente fa parte dell’arsenale dell’antisemitismo. Ma di fatto Trump ha ragione. Ha scritto il suo tweet dopo la sceneggiata delle deputate musulmane che avevano chiesto il visto per andare in “Palestina” passando  per Israele senza voler avere rapporti con le sue istituzioni e rifiutando di sospendere la loro consueta propaganda per il boicottaggio dello stato ebraico durante il viaggio. Israele ha negato il visto ed è stato attaccato da molti esponenti democratici, che non hanno criticato invece il giochino propagandistico delle due deputate palestino-americane. Solo chi non capisca la situazione e il grande lavoro che Trump ha fatto per Israele, o chi sia del tutto indifferente o ostile allo stato ebraico può simpatizzare per il partito che ospita e protegge queste due deputate e ha una notevole probabilità di presentare come candidato alla presidenza un ebreo sì (Bernie Sanders), ma uno che ha inserito nel suo programma la riduzione dell’appoggio militare americano a Israele “per costringerlo a rinunciare almeno in parte al suo razzismo”. Purtroppo c’è una fetta notevole di ebrei americani che sono effettivamente “sleali” (o piuttosto apertamente ostili) nei confronti di Israele, che prega in pubblico per i terroristi uccisi e traduce il giorno di lutto per la distruzione di Gerusalemme in momento di mobilitazione a favore degli immigrati illegali. Trump si esprime ruvidamente, può legittimamente non piacere, ma certo non è antisemita ed è il presidente più amico di Israele dal tempo della sua fondazione.

     

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