Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Il significato storico-politico di Hannukka: una festa che ha molto da dirci

    Questa notte noi ebrei festeggiamo Hannukka: una delle ricorrenze più amate, per la bellezza dei lumi che sera dopo sera, per otto giorni, aumentano il loro numero e la luce che proiettano, per la dimensione familiare della festa e anche per la sua prescritta proiezione pubblica. A parte la dimensione religiosa del miracolo cui è dedicata la festa (una boccetta d’olio che dura molto più del normale, permettendo di mantenere acceso quel lume “perenne” del tempio che simboleggia il rapporto fra popolo ebraico e divinità) essa ha un evidente significato storico-politico,  ha ancora molto da dirci oggi. Hannukka ricorda infatti la guerra vittoriosa contro gli occupanti greco-siriaci e gli ellenizzanti all’interno del popolo ebraico condotta dai fratelli Maccabei, che si concluse nell’anno 165 prima dell’era volgare. L’impero Seleucide era una parte della grande cultura ellenistica e aveva la pretesa di “civilizzare” gli ebrei, assimilandoli alla cultura dominate del bacino del Mediterraneo, proibendo riti “barbari” come la circoncisione, imponendo l’istruzione classica, cioè politeistica, e i costumi greci. La reazione dei Maccabei fu “conservatrice”, “localistica”, se si vuole “sovranista”: in difesa della religione dei padri, dei riti tradizionali, anche della cultura materiale del popolo ebraico, delle sue leggi e dei suoi costumi. 

    Oggi soprattutto in Europa ma non solo si assiste a un analogo imperialismo culturale, che in nome della “civiltà” vuole bandire circoncisione e macellazione rituale, impedire particolarismi, sostenere che tutte le persone sono uguali perché solo soggetti economici senza vincoli culturali e religiosi, anzi che se questi si oppongono alla cultura dominante vanno proibiti. Israele viene accusato di essere uno stato etnico, non, come dovrebbe, quello di tutti i suoi cittadini, aperto all’immigrazione e indifferente in materia etnica e religiosa. Insomma, il problema è ancora lì, perché gli ebrei “ostinati” dopo ventidue secoli tengono duro sulla loro identità. Ricordiamoci questa sera, accendendo i lumi, che questa identità religiosa ma anche culturale e di popolo è ciò che festeggiamo, ciò per cui si sacrificarono i Maccabei, ciò che oggi rappresenta Israele.

    CONDIVIDI SU: