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    Gli USA vogliono tornare nel Consiglio per i diritti umani dell’Onu

    Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha annunciato mercoledì che gli Stati Uniti hanno presentato domanda di riammissione al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC). Parlando in un video discorso alle Nazioni Unite, Blinken ha detto all’organismo mondiale: “Sono lieto di annunciare che gli Stati Uniti cercheranno l’elezione al Consiglio dei diritti umani per il mandato 2022-24. Chiediamo umilmente il sostegno di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite nel nostro tentativo di tornare a un seggio in questo organo” (https://www.jewishpress.com/news/us-news/united-states-humbly-requests-a-return-to-unhrc/2021/02/24/). E’ l’ultima mossa di politica internazionale dell’amministrazione Biden, ormai in carica da un mese. Vale la pena di ricordare che del Consiglio fanno parte, oltre a qualche stato normale, campioni dei diritti umani come Cina, Costa d’Avorio, Cuba, Libia, Uzbekistan, Venezuela; che il suo alto commissario è Michelle Bachelet, implacabile nemica dell’Occidente e di Israele, che a partire dal 2006 l’UNHRC ha adottato più di 80 risoluzioni contro Israele (le trovate tutte elencate qui, sul sito ufficiale: https://www.un.org/unispal/human-rights-council-resolutions/), che ha deciso anni fa di uscire dal Consiglio, seguiti due anni fa dagli Stati Uniti di Trump. Ora Biden “chiede umilmente” di rientrarvi, di seguito alla decisione di cercare di rientrare nel pessimo accordo del 2015 che ha rafforzato l’imperialismo iraniano senza arrestare la sua corsa alla bomba atomica, a quella di non fornire gli armamenti convenuti agli Emirati Arabi, boicottando così gli “Accordi di Abramo, o di smettere di appoggiare l’Arabia Saudita nella sua resistenza alla ribellione filoiraniana dello Yemen. Insomma le peggiori ipotesi pre-elettorali si avverano: l’amministrazione Biden è un terzo mandato di Obama senza neanche il glamour originale e la visione strategica (sbagliata ma fresca) del penultimo presidente. Puro ritorno dei fantasmi del passato, con tutta la puzza di marcio delle merci vecchie andate a male. Sarà molto difficile per Israele resistervi, ci vorrà tutta l’abilità e l’esperienza di Netanyahu. Ammesso che riesca a farsi rieleggere.

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