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    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Bemidbàr: Dove sono i kohanìm nel censimento?

    In questa parashà viene raccontato come venne fatto il censimento dei figli d’Israele. Prima vennero censite le tribù nell’ordine con cui avrebbero marciato verso la Terra Promessa. Per primo l’accampamento della tribù di Reuven con le tribù di Shim’on e Gad; poi le tribù di Yehudà, Issakhar e Zevulun; il terzo guppo con le tribù di Efraim, Menashè e Binyamin; e infine le tribù di Dan, Asher e Naftalì. In tutto 603.550 uomini di età tra i venti e i sessant’anni (Bemidbàr: 1:1-47).

    La tribù di Levi venne censita separatamente, contando tutti i maschi da un mese in su. In totale ventiduemila (ibid., 3: 5-39).
    Dopo il censimento delle dodici tribù e prima del censimento della tribù di Levi, la Torà inserisce una breve sezione nella quale si parla di Aharon e dei suoi figli: “Questa è la discendenza di Aharon e di Moshè nel giorno in cui l’Eterno parlò a Moshè sul monte Sinai. Questi sono i nomi dei figli di Aharon: il primogenito era Nadav, poi Avihù, El’azar e Itamar. Questi sono i nomi dei figli di Aharon che furono unti come kohanìm e abilitati al servizio. Nadav e Avihù morirono davanti all’Eterno quando presentarono un fuoco non autorizzato davanti all’Eterno. Essi non avevano figli. El’azar e Itamar funsero da kohanìm (già) durante la vita del loro padre Aharon” (ibid., 3: 1-4).
    Rashì (Troyes, 1040-1105) fa notare che nel testo è scritto: “Questa è la discendenza di Aharon e di Moshè”. Poi però vengono solo nominati i figli di Aharon e non Gershom ed Eli’ezer, figli di Moshè. Rashì commenta che i figli di Aharon furono chiamati “discendenza di Moshè” perché fu Moshè che insegnò loro la Torà. E da qui impariamo, aggiunge Rashì, che chi insegna Torà al figlio di un suo compagno, viene considerato dalla Scrittura come se l’avesse generato.
    R. Meir Leibush Wisser (Ucraina, 1809-1879) detto Malbim dalle sue iniziali, offre un’altra spiegazione sul motivo per cui la Torà non cita i nomi dei figli di Moshè. Egli commenta che dopo avere censito separatamente i figli d’Israele e apprestandosi a censire i leviti, la Torà ricorda separatamente i kohanìm che non vennero censiti né tra gli israeliti, né tra i leviti. Aharon e Moshè furono entrambi kohanìm. Infatti è scritto nel Tehillìm (Salmi, 99): “Moshè e Aharon erano tra i Suoi kohanìm e Shemuel tra quelli che invocarono il Suo nome, che invocarono l’Eterno ed Egli li esaudiva” (Moshè servì nel ruolo di kohen nei sette giorni dell’inaugurazione del Mishkàn). Al monte Sinai erano vivi tutti i quattro figli di Aharon; Nadav e Avihù morirono durante l’inaugurazione del Mishkàn.
    Il motivo per cui la Torà, nel versetto commentato da Rashì, non parla dei figli di Moshè, è che essi non erano kohanìm. I figli di Moshè vengono ricordati più tardi dove è scritto: “Da Kehat, discendeva la famiglia degli amramiti…” (ibid., 3:27). ‘Amram era il padre di Aharon e di Moshè. I figli di Aharon erano già stati citati tra i kohanìm, pertanto la discendenza qui ricordata degli amramiti comprende solo i figli di Moshè. Per questo nella Torà sono citati solo i figli di Aharon che erano kohanìm, perché i figli di Moshè non furono nominati kohanìm e rimasero semplici leviti. Infatti così è scritto nel libro delle Cronache (I, 23: 13:15): “I figli di ‘Amram: Aharon e Moshè. Aharon fu prescelto per esser consacrato come kodesh kodashim, egli con i suoi figli, in perpetuo, per offrire i profumi dinanzi all’Eterno, per servirLo, e per pronunciare in perpetuo la benedizione con il Suo nome. Quanto a Moshè, l’uomo di Dio, i suoi figli furono contati nella tribù di Levi. I figli di Moshè: Ghershom ed Eliezer”.
    Così furono contati 603.550 israeliti, ventiduemila leviti e quattro kohanìm.

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