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    9 novembre 1938, la Notte dei Cristalli. Il pogrom con cui iniziò la Shoah

    di Iaia Vantaggiato

    Li chiamiamo poeticamente “cristalli”. Erano le migliaia di vetrine di negozi e abitazioni degli ebrei tedeschi distrutte nel grande Pogrom nazista che fu scatenato dal dottor Goebbels tra il 9 e il 10 novembre 1938, nel corso della Notte dei Cristalli. Nella realtà di poetico non ci fu niente. Furono distrutte 267 sinagoghe in Germania e in Austria, altre 1400 furono pesantemente danneggiate. Furono attaccati dalle Sa e dalla Hitler Jugend oltre 7mila negozi di proprietà ebraica. Furono violati i cimiteri ebraici, prese di mira 171 abitazioni private. Furono arrestate, picchiate selvaggiamente e internate oltre 3 milioni di persone. Furono uccisi 36 ebrei.

    La persecuzione durava da anni. Le leggi razziali di Norimberga erano in vigore già dal 1935. Ma un pogrom di quelle dimensioni non si era mai visto e non si sarebbe ripetuto. Non rientrava nel gelido modus operandidelle SS. Troppo rumoroso e plebeo. Troppo poco efficace. Il Reichsfuhrer delle SS Himler se la prese senza mezzi termini con “la megalomania e la stupidità di Goebbels”. A decidere il pogrom fu infatti Goebbels – secondo il massimo storico della Shoah, Saul Friedlander – per rialzare le sue quotazioni in discesa agli occhi di Hitler.

    L’occasione fu offerta al ministro nazista della Propaganda dall’uccisione di un diplomatico tedesco a Parigi da parte di un giovane ebreo polacco Herschel Grynzspan. La famiglia dell’attentatore faceva parte degli ebrei polacchi immigrati in Germania a cui era stata tolta di punto in bianco la cittadinanza. Furono espulsi dalla Germania, ma respinti al confine polacco, costretti a vagare nella terra di nessuno.

    Herschel, esule a Parigi, decise di vendicarsi. Con un revolver in tasca chiese di vedere l’ambasciatore ma la mattina del 7 novembre lo portarono invece da Ernst vom Rath, un semplice funzionario. Fu lui a essere colpito. Morì due giorni dopo. Per una tragica ironia era un antinazista.

    La notizia raggiunse Hitler mentre celebrava il quindecimo anniversario del fallito Putch di Monaco, nel 1923. II Fuhrer lasciò subito la birreria in cui era iniziato il fallito putsch. Al suo posto parlò Goebbels e diede di fatto mano libera alle SA, già pronte a entrare in azione.

    Nella notte i gerarchi si affrontarono in una rissosa riunione. Goering rinfacciò a Goebbels i danni economici provocati dal pogrom. La soluzione trovata rispondeva alla macabra ironia nazista: a pagare i danni sarebbero state le stesse vittime, gli ebrei. “Non vorrei essere un ebreo in Germania di questi tempi”, commentò soddisfatto  Goering.

    Ma pur restando un caso unico, la Notte dei Cristalli cambiò radicalmente la situazione. Sino a quel momento la persecuzione era stata essenzialmente basata su una crescente discriminazione. Dall’alba del 10 novembre diventò omicida, compì un feroce salto di qualità. Il caotico pogrom di Goebbels fu l’anticamera dello scientifico sterminio di Himmler e Deydrich.

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