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    Una chef a Londra tra passione e solidarietà

    Cucinare è un atto d’amore. Forse è stato proprio questo il mood che ha spinto un piccolo gruppo di ebrei di Londra ad attivare una catena di solidarietà durante il periodo di pandemia per donare pasti negli ospedali inglesi. Loro non immaginavano però di raggiungere un successo tale da ricevere una lettera di ringraziamento dal primo ministro Boris Johnson.

    Si chiama “You Donate, We Deliver” (YDWD) la macchina della solidarietà firmata dagli chef, e Silvia Nacamulli, nata a Roma e oggi londinese di “adozione”, ne ha preso parte. Silvia con la sua “Cooking for the Soul” ha conquistato l’Inghilterra e assieme ad altri 9 chef ha cucinato per 8 ospedali della città, per 23 stazioni di ambulanze ed anche per il centralino delle emergenze. Raggiunta al telefono, Silvia racconta a Shalom come nel corso di due lockdown ci sia stato un notevole cambiamento in YDWD: «Durante la prima fase era tutto molto più intimo. – spiega – I quattro fondatori Sarah Laster, Katie Icklow, Jackie Commissar e David Benveniste non pensavano inizialmente di creare un network con più di 80 volontari per consegnare il cibo, 10 chef pronti a cucinare circa mille pasti caldi a settimana, 8.000 sandwich, biscotti e così via. Invece nel secondo lockdown si è sentita la necessità di riattivare la macchina di YDWD che grazie ai social media ha riscosso un successo inimmaginabile!».


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    All’inizio l’organizzazione puntava infatti ad aiutare alcune persone all’interno della comunità ospedaliera, ma il progetto man mano si è ampliato: Silvia ci racconta che molte persone si sono attivate per collaborare, con donazioni, aiuti fisici, facendo da autisti o mettendosi ai fornelli. 

    Poi sono stati aggiunti Hub di raccolta locali per semplificare l’immagazzinamento dei prodotti, sono stati creati dei software per dividere le turnazioni degli autisti e così via. Per via del budget limitato, Silvia si è messa alla ricerca di sponsor per poter offrire alimenti più costosi come la carne e il pesce. Un’iniziativa che non ha aiutato solamente i correligionari, essendosi sviluppata in un’area prevalentemente ebraica, ma si è estesa a tutto il Sistema Sanitario Nazionale. Con la fine del primo Lockdown, sono tutti tornati alla normalità rimanendo in contatto, elemento chiave per riprendere il progetto durante il secondo. Da qualche giorno Londra non ha più vittime di Covid, l’emergenza volge al termine, e in un post Facebook YDWD comunica a tutti i volontari che la sua mission si è risolta con successo.

     

    Silvia, un concentrato di energia e amore per la cucina, adesso può tornare al suo Cooking for the Soul. Di strada lei ne ha fatta prima di giungere ai fornelli: negli anni ’90 lascia la sua amata Roma e approda in Israele, dove resterà per sei anni. Porta con sé il bagaglio culturale e storico di una comunità vibrante come quella di Roma che le sarebbe servito poi durante i suoi corsi di cucina dove, insieme alle ricette, spiega anche il contesto storico culturale. Nel ‘98 arriva a Londra per il master e dopo i primi anni in Business Development capisce che deve realizzare il suo sogno guidato dalla passione culinaria. Il fatto che fosse una Jewish Mama sicuramente è stato un valore aggiunto! «Ho due gemelle di nove anni che mi hanno aiutato molto nella preparazione dei pasti per YDWD – racconta – e ne sono felice poiché penso che proprio questi esempi in famiglia sono quelli che porteranno con loro da grandi. Un senso di responsabilità che mi sento di tramandare loro, dopo averlo ricevuto come insegnamento da mia madre che per la Comunità romana ha fatto di tutto: dall’aiutare al Pitigliani, alla Consulta e così via. Io stessa ho preso parte ad un centro giovanile!». Il senso di comunità e di responsabilità appresi durante i gli anni vissuti a Roma, Silvia ha avuto modo di ritrovarlo, seppur in maniera diversa, in Inghilterra: «Qui ci sono tante piccole comunità organizzate indipendentemente, quindi è uno scenario totalmente diverso da quello di Roma e dell’Italia in generale. Quella londinese è comunità sfaccettata, con tanti background diversi. Nessuno, però, è rimasto solo nel momento del bisogno, e chi poteva ha dato».

     

    Con il ritorno alla normalità a Londra, Silvia riprende la sua quotidianità del Food Delivery, e dei corsi di cucina online che incontrano l’interesse e l’entusiasmo del pubblico inglese verso la cucina italiana e giudaico romanesca. «Prima del Covid realizzavo dei corsi dal vivo comunitari e con le scuole. – conclude – Quando si poteva viaggiare portavo anche i miei studenti in Italia, negli agriturismi, per formarli sul campo della cucina italiana. Sono ormai due anni che manco da casa (ndr. Roma), ma ho la speranza che tutto finirà presto e torneremo a viaggiare». Una speranza che le dona ancor più grinta per portare a termine il suo primo libro “Jewish Flavours of Italy – A family cookbook” dove attraverso la cucina racconta le sue radici, italiane ed ebraiche.

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