Nei giorni precedenti Chanukkà, che avrà inizio da domenica sera, due emissari israeliani si recheranno nella piccola comunità ebraica di Chernivtsi, in Ucraina, con una scorta di beni di prima necessità. Tra le interruzioni di corrente derivanti dagli attacchi russi, i volontari arriveranno con coperte e felpe per il freddo, Channukkiot e kippot per permettere a tutti di rispettare la festività nel migliore dei modi, nonostante tutto. Verranno inoltre forniti circa 300 pacchi di candeline di Channukkà. “Quest’anno è davvero importante avere e usare candele di Channukkà” ha detto Lev Kleiman, leader della comunità ebraica conservatrice della città, in una recente intervista su Zoom rilasciata al Jewish Telegraphic Agency per un ampio servizio. “Anche se la situazione è complessa terremo le candele fino a Channukkà “, ha aggiunto il Rabbino.
Chernivtsi, che fungeva da luogo di rifugio per migliaia di sfollati provenienti da altre parti dell’Unione Sovietica minacciate dall’esercito nazista durante la seconda guerra mondiale, sta nuovamente attirando rifugiati da tutto il paese. All’inizio della guerra attuale, Kleiman ha trasformato la sua sinagoga in un centro di rifugiati per alcuni dei milioni di ucraini in fuga dalla loro patria. La città è diventata anche un luogo di ritrovo per i leader religiosi di tutto il mondo che hanno denunciato la violenza e espresso solidarietà agli ucraini sotto assedio russo. Situata sul fiume Prut, Chernivtsi (conosciuta un tempo come “Gerusalemme sul Prut” per la forza della sua comunità ebraica) si trova a 25 miglia a nord del confine rumeno e ospita una delle comunità conservatrici più attive del paese. La popolazione ebraica della città prima dell’inizio della guerra consisteva in 2.000 persone, tra cui molti sopravvissuti alla Shoah.
“Molti se ne sono andati, ma molti sono venuti” ha detto Kleiman al JTA. Come in altre città ucraine, molti ebrei a Chernivtsi – specialmente donne, anziani e bambini, tutti tranne i maschi in età di leva – sono emigrati. Ma innumerevoli altri sono giunti in un luogo di relativa sicurezza, affittando appartamenti o soggiornando in quelli sotto gli auspici della comunità ebraica”.
La maggior parte degli ebrei di Chernivtsi ora sono quelli esenti dal servizio militare, ha detto Kleiman. Nonostante i segni di guerra – soldati e poliziotti armati di fucili per le strade, scaffali vuoti nei negozi a causa della carenza, persone che si affrettano a mettersi in salvo quando sentono le sirene – la vita ebraica ha continuato ad esistere secondo Kleiman. Le organizzazioni più attive della città sono l’avamposto locale del movimento chassidico Chabad-Lubavitch, il Centro di benessere Hesed Shoshana sostenuto dal JDC e la sinagoga Kehillat Aviv di Kleiman, che sostiene attività ebraiche quotidiane.
La sinagoga – situata vicino al centro Chabad, con cui collabora alle attività di soccorso – è ospitata in un piccolo edificio a due piani che contiene un ufficio, una cucina e una grande sala multifunzionale. Kleiman, nel servizio, sottolinea che la celebrazione di Channukkà nel 2022 sarà più importante rispetto agli anni passati perché oltre alla sua capacità di riunire le persone, questa festività rappresenta in maniera vivida la resilienza ebraica. “Ci sono molti elementi paralleli”, ha detto Kleiman riferendosi alla festività in relazione alla situazione attuale della sua comunità.
L’elettricità a Chernivtsi c’è solo poche ore al giorno, e di notte non ci sono lampioni accesi, a causa degli incessanti bombardamenti russi sulle infrastrutture ucraine e alle restrizioni imposte dal governo progettate per conservare le poche risorse disponibili. Molte persone si recheranno in sinagoga per l’accensione di una candela comune, secondo Kleiman. Altri accenderanno le loro candele a casa, vicino alle loro finestre. Come tutti gli altri edifici di Chernivtsi, l’ufficio e l’appartamento di Kleiman sono soggetti a periodici blackout elettrici, spesso annunciati in anticipo. “Con l’aiuto di D-o avremo presto un generatore” – e luci e calore 24 ore su 24, 7 giorni su 7 nella sinagoga, ha detto il Rabbino. Fino ad allora, lui e gli altri residenti di Chernivtsi continueranno a sentire freddo. La temperatura in città è sotto lo zero, e secondo quanto riportato da JTA durante l’intervista stava cadendo una leggera nevicata.