Riunione straordinaria a New York, di ben 24 ore, a cui hanno partecipato emissari Chabad in Ucraina e rappresentanti di comunità ucraine che prevedono una graduale riapertura delle istituzioni e il ritorno di rabbini ed emissari Chabad in molte città ucraine. I partecipanti hanno presentato un quadro dettagliato del salvataggio di centinaia di migliaia di ebrei ucraini. Si è parlato anche delle attività assistenziali previste per i profughi di guerra, che al momento hanno trovato rifugio in numerosi Paesi, e del lavoro di rabbini Chabad ed emissari per garantire delle solide basi per le prossime attività comunitarie in Ucraina e a distanza.
In Ucraina, prima della guerra, lavoravano 155 rabbini in 30 comunità sparse per il Paese.
Dopo l’invasione russa, molti rabbini sono rimasti con le loro comunità, altri, a causa della violenta offensiva subita, sono invece stati costretti a fuggire dalle città di residenza. Nonostante la drammaticità del periodo, molti rabbini hanno cercato di continuare ad aiutare i membri delle comunità ebraiche che non si sono potuti allontanare dalle proprie case.
Alla riunione ha partecipato Rav Moshe Kotlarsky, Vice Presidente di Merkos Ll’Inyonei Chinuch, ramo didattico del movimento Chabad- Lubavitch, il filantropo George Rohr, tra i più importanti sostenitori delle comunità Chabad ed emissari Chabad in Ucraina, tra cui il rabbino di Dnipro, Shmuel Kaminetsky, rimasto con la sua comunità, il rabbino di Kharkiv Moshe Moskowitz, il rabbino di Odessa Rav Avraham Wolf, oltre al rabbino di Donetsk e Kiev, Pinchas Vishetsky.