Circa sei mesi fa, il governo polacco aveva nominato Jaroslaw Marek Nowak come inviato per le relazioni ebraiche, con lo scopo di migliorare i rapporti tra le due parti dopo gli ultimi anni di tensioni. Sabato scorso è stato licenziato, dopo che in un’intervista al British Jewish News aveva criticato una legge polacca, risalente al 2018, che criminalizzava l’accusa di complicità della Polonia nella Shoah. Lo riportano alcuni media internazionali.
L’inviato l’ha definito “uno degli emendamenti più stupidi che siano mai stati fatti da qualsiasi legge”, sostenendo che il modo giusto per sfidare un fatto storico sia quello di presentare delle argomentazioni in un articolo di confutazione. Il suo licenziamento è stato confermato dal portavoce del ministro degli esteri sui canali di comunicazione.
La legge criticata dal funzionario aveva fatto molto discutere a suo tempo, causando sia l’indignazione d’Israele che degli ebrei di tutto il mondo. Anche la Comunità ebraica di Roma aveva denunciato il proprio sdegno in una manifestazione sotto l’ambasciata di Polonia in Italia.
Lo stato polacco tenta da anni di alienarsi dalle proprie responsabilità nella Shoah. Lo scorso agosto, Varsavia aveva emendato una legge che complicava il risarcimento o restituzione di beni ebraici confiscati dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale, causando il ritiro in patria dell’ambasciatore d’Israele. “Una legge immorale ed antisemita” aveva tuonato il ministro degli esteri israeliano, Yair Lapid.
Pochi giorni dopo, sulla scia dello scontro, la Polonia aveva perfino valutato lo stop dei viaggi della memoria per studenti israeliani, perché organizzati “allo scopo di instillare sentimenti e pregiudizi anti-polacchi nei giovani” aveva detto il viceministro degli esteri Pawel Jablonski. Il culmine, nonché ennesima dimostrazione dell’oramai sdoganato antisemitismo in Polonia, si è raggiunto con la manifestazione antiebraica organizzata lo scorso novembre durante il giorno dell’indipendenza.
Allora il licenziamento del funzionario Jaroslaw Novak, inserito in questo contesto, spinge inevitabilmente a porsi delle questioni. La sua nomina è stata solo per mera circostanza? Una copertina atta a nascondere l’intolleranza antisemita? Così sembrerebbe, dal momento che il funzionario è stato sollevato dall’incarico proprio dopo aver criticato il proprio Stato a favore della causa ebraica. La decisione polacca non farà che peggiorare i rapporti con Israele.