Una svolta per approfondire il periodo oscuro delle deportazioni degli ebrei olandesi.
Nei prossimi giorni, a 80 anni dalla Shoah, l’Archivio Nazionale dei Paesi Bassi renderà pubblici documenti che rivelano l’identità di centinaia di migliaia di cittadini olandesi accusati di aver collaborato con i nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Da giovedì sarà aperto al pubblico l’archivio centrale dei tribunali speciali istituiti nel dopoguerra per giudicare coloro che si resero complici del nazismo. Fino ad oggi queste informazioni erano accessibili solo a ricercatori storici. Ora, invece, chiunque potrà consultare una parte di questi documenti tramite il sito web dell’Archivio Nazionale dell’Aia. Nei primi tre mesi del 2025, sarà reso disponibile circa un quarto del materiale contenuto negli archivi.
Durante l’occupazione nazista dei Paesi Bassi, infatti, circa 425.000 cittadini olandesi furono accusati di aver collaborato con i nazisti. La polizia, insieme a una parte della popolazione, contribuì all’identificazione e all’arresto di oltre 100.000 ebrei, poi deportati nei campi di sterminio.
Questa iniziativa rappresenta un ulteriore passo nel processo di revisione del passato del Paese. Già nel 2020, il re Guglielmo Alessandro aveva offerto scuse ufficiali per il coinvolgimento delle istituzioni olandesi nei crimini contro gli ebrei. Inoltre, è stato istituito il Museo Nazionale dell’Olocausto ad Amsterdam e sono stati finanziati studi storici per approfondire il ruolo delle aziende e delle istituzioni reali durante l’occupazione nazista.