Giovedì un uomo che passeggiava nei pressi del villaggio moldavo di Zgurita, un tempo dimora di una vivace comunità ebraica, si è imbattuto in un ritrovamento particolare: una scatola con scritte in ebraico. Il tutto è accaduto mentre stava esplorando i resti di una casa abbandonata. L’uomo si è prontamente rivolto al Keren Kayemeth Le Israel Eurasia, una filiale del Fondo nazionale ebraico (JNF), per sapere qualcosa in più sull’origine del contenitore.
È stato scoperto infatti che il contenitore era una scatola di raccolta fondi risalente agli anni ’20, che apparteneva ad una comunità ebraica che fu in gran parte spazzata via dalla Shoah. La Fondazione Tel Hai, scritta sopra la scatola ritrovata, era un fondo che si impegnava nella raccolta e distribuzione di denaro per il movimento sionista revisionista, con particolare attenzione alla promozione dell’insediamento nella Terra di Israele.
JNF ha acquistato la scatola dal residente moldavo e l’ha portata in Israele, dove sarà esposta in varie mostre in tutto il paese. Sembra che il box appartenesse alla comunità ebraica di Zgurita, composta all’epoca da circa 2.500 persone. Si trattava di un insediamento agricolo rumeno molto attivo prima della Seconda guerra mondiale. Il villaggio fu bombardato durante la guerra, causando la fuga di molti dei suoi residenti nelle foreste. Tuttavia, la maggior parte degli abitanti ebrei fu catturata e con ogni probabilità deportata o eliminata.
Abraham Greenside, presidente della World War II Veterans Alliance è uno dei pochi ebrei di Zgurita che è riuscito a sopravvivere alla guerra, ha infatti detto di avere molto ricordi di scatole come quella rinvenuta. “Ho un ricordo d’infanzia di una scatola adornata con un Magen David, si trattava di un box JNF blu che aveva un posto d’onore nella nostra sala da pranzo, quasi ogni famiglia aveva una scatola simile. Ogni tre mesi, la gente arrivava per aprire il contenitore e trasferire i fondi in un insediamento da qualche parte nella Terra d’Israele. Da bambini, tutti sognavamo di trasferirci lì”, ha ricordato l’uomo. “Quando JNF mi ha contattato in merito al ritrovamento, mi sono sentito davvero felice della scoperta. Sono lieto di sentire che finalmente si può fare qualcosa di concreto per preservare questo importantissimo pezzo di storia” ha concluso.