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    EUROPA

    L’alpinista Danielle Wolfson pianta la bandiera israeliana con i nomi dei caduti su una delle vette più alte del mondo

    Ce l’ha fatta. L’alpinista israeliana Danielle Wolfson, un anno dopo aver rischiato di morire durante la stessa scalata, è riuscita nel suo ambizioso obiettivo: ha conquistato il Malaku, la quinta montagna più alta del mondo con i suoi 8.463 metri. Sulla vetta del ‘Gigante nero’ ha piantato la bandiera israeliana con i nomi dei caduti dall’inizio della guerra contro Hamas.
    “Il conto con la montagna è chiuso. – ha detto Wolfson a Ynet. – La scalata è stata estremamente difficile, ma quest’anno sono tornata più determinata e preparata. La nostra spedizione è partita con otto scalatori, ma solo tre di noi, insieme a nove sherpa, sono arrivati in cima. – e spiega – Abbiamo affrontato giorni di neve pesante e forti venti che raggiungevano la velocità di 60-70 km/h. Il Makalu è più tecnico dell’Everest e più duro, con elementi di arrampicata su roccia. Avevamo una finestra ristretta di 11 ore per salire dal campo 3 alla vetta. Ho perso il 12% del mio peso corporeo e avrò bisogno di tempo per elaborare il risultato e riprendermi”.
    Il Monte Makalu, situato a circa 22 chilometri a est dell’Everest, al confine tra Nepal e Tibet, è considerato dagli alpinisti una scalata impegnativa, soprattutto per la complessa logistica. Dall’apertura della stagione in aprile, 45 alpinisti hanno tentato di scalarlo, tre sono morti, solo in sette sono riusciti nell’intento.
    Il mese scorso Wolfson ha scalato anche il Monte Kosciuszko, 2.228 metri, la vetta più alta dell’Australia, diventando la prima donna israeliana a conquistare le montagne più alte dei sette continenti.
    Nell’intervista, Wolfson ha riflettuto sul cambiamento della sua percezione come israeliana: “Nella prima settimana dopo il 7 ottobre, molte persone da tutto il mondo mi hanno scritto, ma gradualmente ho notato la distanza, la disconnessione, alcuni hanno persino smesso di parlarmi. Questo mi spinge a piantare la bandiera israeliana su ogni vetta, ovunque. Anche se a qualcuno non piacciamo, va bene così, siamo qui, abbiamo il nostro Paese e la bandiera svetterà su ogni cima”.

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