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    EUROPA

    La presenza ebraica in Italia: una storia millenaria fra porosità, relazioni e scontri

    « Colloque international. Juifs d’Italie, deux mille ans d’historire »
    2-3 aprile 2025 Musée d’art et histoire du Judaïsme (MahJ ) – Parigi

    Nelle giornate del 2 e 3 aprile si è svolto a Parigi, nella suggestiva cornice del Museo d’arte e di storia dell’Ebraismo (MahJ) nel quartiere Marais, la Conferenza internazionale. Ebrei d’Italia, duemila anni di storia, organizzata da Serena di Nepi e da Pierre Savy. Il convegno si inserisce nel contesto di una solida collaborazione franco-italiana tra differenti studiose e studiosi, a partire dal partenariato tra l’Università di Roma “La Sapienza” e l’Università Gustave Eiffel di Parigi, con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, della Fondation Carol Degen, della Fondation Kinamon, della Fondation du Judaisme français, della Société desétudes juives e, infine, con il sostegno dei fondi del progetto PRIN Spatializing Jews and the Economy. Towards A Digital and Dynamic Atlas: People, Business, Artifacts in Global Italy (14th-20th centuries), coordinato da Germano Maifreda dell’Università degli studi di Milano.

    Il convegno si è aperto con i saluti del direttore del MahJ Paul Salmona, il quale ha sottolineato la profonda interconnessione tra Francia e Italia, testimoniata anche dalla presenza di numerosi oggetti di origine italiana nelle collezioni del museo. Nel suo intervento, il direttore ha espresso apprezzamento per l’ampia partecipazione di pubblico, segno del forte interesse che la storia della presenza ebraica in Italia suscita, non solo in ambito accademico, ma anche tra il pubblico francese, attratto dal ricco patrimonio storico, culturale e umano che questo tema racchiude.

    Gli organizzatori hanno voluto evidenziare da un lato la centralità del contesto italiano e, dall’altro, la volontà di stimolare e rafforzare il dialogo tra il mondo accademico italiano e quello francese, la cui collaborazione negli ultimi decenni ha portato a importanti progressi storiografici. Il tema centrale della conferenza ha riguardato l’eccezionale continuità della presenza ebraica in Italia attraverso un percorso storico che, dall’Antichità, si è spinto fino ai giorni nostri. L’intento è stato quello di restituire un quadro variegato e complesso di questa lunga relazione, mettendo in luce non solo i periodi di prosperità, ma anche le difficoltà e le conflittualità che hanno segnato il rapporto tra ebrei e non ebrei nel corso dei secoli. La presenza ebraica in Italia, infatti, è stata caratterizzata da momenti di grande fioritura culturale e sociale, ma anche da esili, lacerazioni e persecuzioni, sia in epoca antica che moderna.

    L’evento ha rappresentato un’occasione per ripensare la storia ebraica in Italia attraverso una prospettiva multidisciplinare. Infatti, l’intreccio tra storia, archeologia, letteratura, filologia e diritto, ha offerto prospettive inedite e significative, come sottolineato da Simona Cerutti, direttrice dell’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS), alla quale sono state affidate le conclusioni dei lavori.

    Le relazioni si sono concentrate su tematiche di ampio respiro. La prima giornata si è aperta con l’intervento di Katell Berthelot dedicato al ruolo degli ebrei nella città di Roma. A seguire, Cinzia Vismara ha illustrato le testimonianze archeologiche di epoca imperiale nell’Urbe e a Ostia. Capucine Nemo-Pekelman ha affrontato il tema del diritto ebraico e il diritto degli ebrei, mentre Pierluigi Lanfranchi ha esplorato il rapporto tra ebraismo e cristianesimo delle origini.

    Successivamente, Giancarlo Lacerenza ha discusso delle trasformazioni e delle continuità del mondo ebraico italiano nel periodo tardo antico. Alessandra Veronese ha approfondito gli aspetti socioeconomici della presenza ebraica nel Medioevo, seguita da Pierre Savy che ha analizzato il ruolo degli ebrei nella politica e la politica degli ebrei nell’Italia del Rinascimento. La giornata si è conclusa con l’intervento di Saverio Campanini sulla formazione delle biblioteche ebraico-cristiane in età rinascimentale.

    La seconda giornata si è aperta con l’intervento di Alessandro Guetta, che ha illustrato il contributo culturale dell’ebraismo tra il XV e il XVII secolo. Serena Di Nepi ha poi trattato la nascita e il significato dei ghetti in età moderna, seguita da Évelyne Oliel-Grausz, che ha proposto un caso-studio sulla città di Livorno nello stesso periodo. Francesca Sofia ha incentrato la sua relazione sulle vicende ebraiche durante il Risorgimento italiano, mentre Germano Maifreda ha analizzato le interazioni tra ebrei e non ebrei nel mondo degli affari nell’Italia dell’Emancipazione.

    L’ultima parte dei lavori è stata dedicata all’età contemporanea. Marie-Anne Matard-Bonucci ha affrontato il complesso rapporto tra ebraismo italiano e fascismo; Nina Valbousquet si è soffermata sul legame tra minoranza ebraica e papato nel periodo 1938-1965; Umberto Gentiloni ha riflettuto sulla storia e la memoria delle persecuzioni antiebraiche e, infine, Mario Toscano ha concluso con un’analisi del rapporto tra l’ebraismo italiano e l’Italia democratica.

    Come emerso dai contributi presentati, studiare la presenza ebraica in Italia significa anzitutto analizzare e riscrivere la storia italiana nel suo insieme, mettendo in luce come l’ebraismo sia parte integrante della sua identità culturale e storica.

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