Tra il 16 e 17 luglio 1942, circa 13.000 ebrei furono prelevati dalle loro case a Parigi e nei sobborghi circostanti e portati allo stadio Vélodrome d’Hiver, prima di essere deportati nei campi di sterminio. Fu la più grande detenzione di massa di ebrei da parte della polizia francese in collaborazione con i nazisti.
Alle commemorazioni dell’80esimo anniversario della retata, che si sono tenute ieri, ha preso parte anche il presidente Emmanuel Macron, che ha presenziato all’inaugurazione di un memoriale a Pithiviers, una città a circa 100 km a sud della capitale francese, che fu il secondo più grande campo di transito e punto di deportazione dopo Drancy. La stazione, che non ha servito passeggeri dalla fine degli anni ’60, è stata convertita in un memoriale all’inizio di questo mese.
“L’odio antisemita è ancora presente, più forte e dilagante. – ha detto Macron – Si nasconde e talvolta in modo insidioso”. Il presidente francese ha inoltre messo in guardia contro un “nuovo tipo di revisionismo” sul ruolo del leader francese in tempo di guerra Philippe Petain, che collaborò con il regime nazista. La Francia sotto il regime di Vichy “ha spento l’Illuminismo”, ha aggiunto.
A Pithiviers erano presenti anche lo storico e famoso cacciatore di nazisti Serge Klarsfeld, nonché la sopravvissuta ai campi di sterminio Ginette Kolinka.
In mattinata invece è stata deposta una corona di fiori di fronte al luogo dove si trovava lo stadio. Durante la cerimonia il primo ministro francese Elisabeth Borne, ha ricordato come “la Francia ha perso parte della sua anima” nella retata del Vel d’Hiv. Inoltre si è impegnata a combattere l’antisemitismo in Francia “ovunque si trovi” e ha ribadito l’importanza delle testimonianze dei sopravvissuti. “Le vostre storie non ci lasceranno mai. Le vostre parole sono scolpite negli spiriti dei giovani che vi ascoltano” ha affermato.
“Ricordare è un dovere e lo dobbiamo alla storia”, ha affermato la sopravvissuta Arlette Testyler alla cerimonia nella capitale, dove ha ricordato quei tragici momenti, vissuti in prima persona a soli otto anni.