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    EUROPA

    Francia, attentato davanti alla Sinagoga di La Grande-Motte

    Un attentato terroristico ha scosso lo Shabbat dell’ebraismo francese. Due auto sono state incendiate davanti alla sinagoga Beth Yaacov a La Grande-Motte, una località del dipartimento dell’Hérault, nel sud della Francia, provocando un’esplosione che ha ferito un agente di polizia. Al momento non si hanno notizie di altri feriti, mentre due porte della sinagoga sono state danneggiate dal fuoco. Una delle auto conteneva una bombola di gas, che è esplosa causando il ferimento dell’agente giunto sul posto. L’incidente è stato immediatamente classificato come un atto terroristico dalle autorità francesi, e la Procura nazionale antiterrorismo ha aperto un’indagine per “tentativo di omicidio in relazione a un’azione terroristica”.
    Questo attacco rappresenta un ulteriore allarme nell’attuale clima di crescente antisemitismo in Europa. Il Ministro degli Interni, Gérald Darmanin, ha sottolineato come, nei primi sei mesi del 2024, siano stati registrati 887 atti antisemiti in Francia, quasi tre volte il numero dello stesso periodo dell’anno precedente. Questi dati testimoniano una realtà inquietante che la comunità ebraica conosce bene: l’antisemitismo, lungi dall’essere un fenomeno del passato, rimane una minaccia attuale e concreta.
    Yonathan Arfi, presidente del Consiglio di Rappresentanza delle Istituzioni Ebraiche di Francia (CRIF), ha dichiarato che si tratta di un vero e proprio tentativo di uccidere degli ebrei. La sinagoga di La Grande-Motte, come molte altre nel mondo, rappresenta non solo un luogo di culto, ma un simbolo della continuità e della resilienza del popolo ebraico. Attaccare una sinagoga significa colpire il cuore stesso della identità e della fede ebraica.
    Il presunto attentatore, ripreso dalle telecamere di sorveglianza mentre lasciava la scena, portava con sé una bandiera palestinese, un segnale inquietante di come l’odio contro Israele diventi giustificazione per atti di violenza contro gli ebrei in Europa, evocando nuovamente la connessione tra antisemitismo e antisionismo.

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