“L’anniversario degli 80 anni dalla liberazione di Auschwitz sarà completamente dedicato ai sopravvissuti, perché siamo tutti consapevoli che si tratta dell’ultimo significativo anniversario alla loro presenza”, ci spiega Wojciech Soczewica, Direttore Generale della Fondazione Auschwitz-Birkenau. “Abbiamo preparato una grande tenda per 350mila persone, in cui ci sarà anche un vagone merci originale che trasportava gli ebrei fino alla rampa del campo, ma non faremo nessuna marcia all’aperto, a causa dell’età dei superstiti. Saranno solo loro i protagonisti e solo loro a parlare. Nessun politico. La cerimonia sarà trasmessa gratuitamente in diretta mondiale tramite la tv polacca a tutte le televisioni che lo richiederanno. E tra gli invitati avremo Capi di Stato, Primi Ministri e molti Reali, tra i quali spero anche Re Carlo d’Inghilterra. Ma i sopravvissuti avranno priorità su tutto e su tutti. Sarà sicuramente un evento molto commovente”.
Il 27 gennaio 2025 la Fondazione Auschwitz-Birkenau annuncerà anche un progetto molto ambizioso: l’apertura entro sette anni di una nuova mostra permanente dedicata all’Arte dei Prigionieri di Auschwitz. I prigionieri/schiavi del campo hanno infatti prodotto circa 4000 “lavori artistici” (schizzi, dipinti, disegni e sculture conservate presso il Memoriale), che dal marzo 2025 cominceranno ad essere catalogati, fotografati e restaurati per entrare a far parte (a rotazione, sia con l’esposizione di oggetti originali che con lo studio di oggetti digitalizzati) di una nuova mostra permanente che verrà allestita in quella che era la cucina del campo: 2000 mq, molto centrali nel complesso del memoriale, che dovranno a loro volta essere completamente ristrutturati.
“Questi oggetti – ci spiegano gli esperti di Auschwitz che vi stanno lavorando – rappresentano una collezione unica perché forniscono una diretta testimonianza di una umanità sottomessa alle peggiori possibili circostanze di vita. E in un mondo sempre più permeato di cultura visiva, essi assumono un significato senza precedenti, anche perché sono autentici e dunque rappresenteranno, assieme alle testimonianze depositate dai superstiti e al racconto fisico del sito stesso, un terzo elemento fondamentale per afferrare l’immensità della tragedia umana svoltasi durante la Shoah”.
Una domanda viene spontanea: che “arte” può essere stata prodotta in un tale inferno? La “collezione”, ci illustrano, è composta da tre tipi di oggetti: lavori “illegali”, fatti di nascosto, contro le regole e ad altissimo rischio della propria vita: ritratti di prigionieri, disegni, sculture con oggetti del campo, che trasmettono sentimenti ed emozioni molto forti; lavori creati dai sopravvissuti dopo la liberazione del campo nel tentativo di descrivere la loro terrificante esperienza (espressioni artistiche nate per spiegare l’impossibile, che gli esperti intendono usare più di altre proprio per ragioni didattiche); infine, produzioni artistiche fatte su comando, coercizione e commissione degli SS, che includono paesaggi, vedute, ritratti, scene di vita dentro e fuori dal campo e perfino cartoline da spedire a casa.
Decine di restauratori, storici, curatori ed esperti museali lavoreranno per sette anni a questa mostra permanente “al fine di preservare questo patrimonio unico, parte integrante della storia della Shoah, offrire nuovi strumenti alla didattica su tale tragedia umana, creare nuova consapevolezza sulle conseguenze dell’odio, della discriminazione e dell’antisemitismo, e rafforzare con nuove risorse la rete mondiale degli educatori che si occupano di questi temi”.
Il vastissimo complesso di Auschwitz-Birkenau, per la preservazione del quale vengono stanziati ogni anno milioni di euro, sia dal governo polacco che da donatori privati, è molto all’avanguardia anche da un punto di vista tecnologico. Quest’anno, il più conosciuto Memoriale legato allo sterminio degli ebrei ha anche lanciato un tour virtuale molto efficace, fruibile in 7 lingue, che l’Italia ha scelto di proporre agli studenti delle scuole secondarie, grazie all’avallo del Ministero dell’Istruzione e del Merito e all’opera del MEIS (Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah) che lo presenta in prima nazionale al pubblico italiano, da Ferrara, il 30 gennaio.