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    EUROPA

    Antisemitismo in Europa: Italia e Francia sono mete di allerta 2 per gli israeliani

    Gli aggiornamenti comunicati dal portavoce del governo israeliano David Mencer

    Il crescente antisemitismo all’estero è una grande preoccupazione per il governo israeliano. Sono queste le parole del portavoce del governo David Mencer, che precisa che «l’antisemitismo ha il sonno leggero, è l’odio più antico noto all’umanità. L’esplosione di odio ebraico che sta affliggendo tanti paesi in Europa e nel resto del mondo è preoccupante».
    Sul sito del governo vi è una sezione specifica dedicata alla sicurezza dei viaggiatori israeliani all’estero. L’Italia e la Francia sono indicati come mete di “allerta 2” per le quali sono necessarie “misure precauzionali di base”, poiché, come si può leggere nell’approfondimento, “dall’inizio dell’Operazione Spade di Ferro vi è stata una significativa crescita di ostilità verso gli israeliani/ebrei nel mondo. Cellule terroristiche sono motivate a fare del male agli israeliani/ebrei dappertutto. Consigliamo a coloro che si trovano in questo paese di esercitare una maggiore precauzione”.
    Il portavoce del governo israeliano ha ricordato ai giornalisti in un briefing che «parte del governo israeliano è in stretto contatto con le comunità ebraiche europee e del resto del mondo per garantire che le persone di religione ebraica siano al sicuro e protette dall’antisemitismo, che ha visto una crescita drammatica, soprattutto in paesi come la Francia, ed in altri paesi che hanno visto alcuni terribili attacchi antisemiti. Sappiamo che per affrontare l’odio ebraico, non dobbiamo nascondere la nostra identità, non dobbiamo nasconderci dietro muri sempre più alti, ma si deve vivere l’ebraismo ed essere fieri della propria identità. È la cosa più importante da fare per sedare gli odiatori degli ebrei».

    Il docufilm sul massacro del 7 ottobre
    È ora disponibile anche su Youtube il docufilm “Screams before silence”. Un’ora intensa in cui la regista Sheryl Sandberg intervista alcuni dei rapiti che sono stati liberati, i primi soccorritori, alcuni sopravvissuti al Nova festival. Il portavoce del governo ha invitato tutti a visionare il documentario che mostra “l’uso sistematico degli stupri durante l’attacco del 7 ottobre per brutalizzare le nostre persone”.

    Guerra a Gaza: eliminato terrorista che aveva preso parte ai massacri del 7 ottobre
    «Israele insiste che la guerra non finirà fino a quando non avrà raggiunto tutti i seguenti obiettivi: riportare a casa tutti i 120 ostaggi, distruggere le capacità governative e militari di Hamas e sconfiggendo la minaccia terroristica», ha detto David Mencer che ha specificato che «l’obiettivo di sconfiggere l’apparato militare e governativo di Hamas a Gaza non significa eliminare ogni singolo terrorista di Hamas, ma togliergli le capacità militari e governative».
    L’IDF ha annunciato l’eliminazione del cecchino e comandante di Hamas, Ahmud Hassan Salami Arsuka. Il terrorista, che aveva partecipato agli attacchi del 7 ottobre, è stato trovato, dopo una lunga ricerca, nell’area di Beit Hanun, nel nord di Gaza. Non ci sono state altre vittime o feriti oltre al terrorista.

    Gli aiuti umanitari a Gaza
    Nella giornata di mercoledì 285 camion di aiuti umanitari sono entrati a Gaza tramite i valichi di Kerem Shalom e di Erez. Aiuti sono arrivati anche tramite l’Egitto e il porto di Ashdod. Ieri 88 camion di aiuti umanitari sono stati ritirati dalle Nazioni Unite e dal settore privato: 33 camion dal valico di Erez e 55 dal valico di Kerem Shalom. 1100 camion di aiuti umanitari aspettano di essere ritirati sul lato palestinese del valico di Kerem Shalom. Dall’inizio della guerra, rende noto il governo israeliano, sono stati consegnati a Gaza 36mila camion con 682mila tonnellate di aiuti umanitari.

    Gli ostaggi
    Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, fonti statunitensi affermano che a Gaza sarebbero ancora vivi solo 50 ostaggi. Il portavoce del governo ha ricordato ai giornalisti che «abbiamo 120 ostaggi che sono prigionieri di Hamas. Alcuni sono stati già uccisi, altri sono stati uccisi il 7 ottobre e portati a Gaza come trofei. Sappiamo che molti sono stati uccisi da quel momento e che altri sono ancora vivi. Stiamo lavorando 24 ore al giorno, tutti i giorni, per riportare queste persone a casa. È uno degli obiettivi della guerra: riportarli tutti a casa e riportare i resti degli ostaggi uccisi a casa per dargli il rispetto e la dignità di una sepoltura ebraica».

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