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    A Bruxelles l’apertura delle Giornate Europee della Cultura Ebraica. Intervista a François Moyse

    La Grande Synagogue de l’Europe di Bruxelles ospiterà domenica 3 settembre la cerimonia ufficiale di apertura della XXIV edizione delle Giornate Europee della Cultura Ebraica. 

    Shalom ha incontrato François Moyse, Presidente di AEPJ, l’Associazione Europea per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio ebraico.

     

    Per quale motivo è stata scelta Bruxelles per la cerimonia di apertura delle Giornate Europee della CulturaEbraica 2023?

    Bruxelles è forse la principale tra le sedi dell’Unione Europea, nella capitale belga hanno sede tutte le istituzioni europee, i contatti tra rappresentanti sono costanti e proficui e tramite la Commissione europea partecipano ai nostri progetti. AEPJ quest’anno ha inoltre ottenuto il finanziamento della Commissione europea proprio per un progetto ritenuto strategico per la lotta all’antisemitismo e al pregiudizio; significativo è anche il patrocinio dell’UNESCO alle Giornate 2023, per questi motivi abbiamo ritenuto importante essere a Bruxelles il 3 settembre.

     

    Come si svolgerà l’evento?

    Sarà un omaggio al patrimonio ebraico nelle sue molteplici espressioni. I discorsi ufficiali dei rappresentanti del Consiglio europeo, presieduto dalla Spagna, del Parlamento Europeo, della Commissione europea e del Segretario Generale aggiunto del Consiglio d’Europa, con sede a Strasburgo, saranno intervallati da esecuzioni di brani di musica ebraica, da canti liturgici del coro e di un noto hazan.

     

    Quanti saranno i Paesi che parteciperanno quest’anno alle Giornate Europee della Cultura Ebraica?

    Confidiamo di replicare e migliorare i dati più che lusinghieri del 2022 quando avevano aderito 29 Paesi, le attività erano state 860 con oltre 150.000 presenze. Quest’anno annoveriamo 30 paesi, potranno esserci all’ultima ora adesioni di località che arricchiranno il ricco programma.

     

    E l’Italia?

    In Italia la Giornata, che si si svolgerà domenica 10 settembre, è un appuntamento culturale ormai consolidato con circa un quarto delle presenze complessive europee. Con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane abbiamo lavorato in sintonia fin nascita della manifestazione, grazie all’impegno costante e qualificato della nostra consigliera Annie Sacerdoti. Significativo è il Patrocinio del Ministero dell’Istruzione, del Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani. Oltre alle 21 Comunità Ebraiche italiane e alle loro sezioni, un crescente numero di località in cui non esiste più una stabile presenza ebraica partecipa alla Giornata e questo è un ulteriore motivo di soddisfazione e apprezzamento.

     

    Ripercorrendo la storia delle Giornate quali sono state le tappe più significative? 

    La prima edizione nel 1999 si svolse sotto l’egida della locale Agenzia di sviluppo turistico e si realizzò grazie alla collaborazione virtuosa della Comunità Ebraica di Strasburgo, del Benè Berith e di numerosi volontari, in primis Claude Bloch, che oggi ricopre il ruolo di Presidente onorario dell’AEPJ. In tutta l’Alsazia ebbero luogo 130 attività che permisero, per la prima volta, a un nuovo pubblico di visitare luoghi ebraici fino ad allora inaccessibili, di valorizzare un patrimonio storico e turistico incomparabile di sinagoghe, spesso vuote, di cimiteri, bagni rituali, abitazioni e quartieri. Si decise così di riproporre lo stesso format in Europa. Ero allora direttore del Benè Berith Europa e con altre due organizzazioni abbiamo lanciato l’evento in 17 paesi tra cui l’Italia. Il successo è stato subito notevole e negli anni le Giornate si sono moltiplicate e hanno acquistato un significato istituzionale sempre maggiore.

     

    Dalla nascita nel 2004 AEPJ è molto cresciuta. Quali altre attività svolge l’Associazione?

    Negli anni AEPJ ha coordinato molti progetti europei, dovendo scegliere penso che l’Itinerario europeo del patrimonio ebraico possa essere considerato un fiore all’occhiello, senza dimenticare le numerose attività di formazione e i proficui scambi culturali tra i nostri membri, dall’Azerbaijan alla Georgia, dall’Armenia all’Alsazia in cui tutto ha avuto inizio.

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