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    Yehudit Galili la maestra d’asilo donna chiave del Mossad a Casablanca

    A soli 24 anni, la maestra Yehudit Galili viene inviata da Israele, dall’Agenzia Ebraica, in Marocco con l’incarico di aprire un asilo per i bambini della comunità ebraica di Casablanca. Una luminosa mattina, la giovane scopre che la scuola è diventata un campo di addestramento per il Mossad, nonché un ramo della clandestinità ebraica. Non è la trama di un romanzo di spionaggio, ma una storia vera proposta al grande pubblico dalla National Library d’Israele. 

    Yehudit Galili è nata a Tiberiade nel 1930, fin da piccola ha partecipato alle attività dei movimenti giovanili, si è formata poi come comandante di squadra nel Palmach (la forza combattente d’élite dell’Hagganà), ha preso parte a operazioni militari, è stata ferita nella battaglia per Haifa durante la guerra arabo-israeliana del 1948. Nel maggio 1948 si è unita alla Brigata Harel dove ha scortato e addestrato convogli. La sua missione, in Marocco, almeno inizialmente, consisteva nel rafforzare l’identità ebraica e l’attaccamento a Israele della più grande comunità ebraica dei paesi islamici. Il seminterrato dell’asilo di Yehudit nei primi anni ’50 viene trasformato dagli agenti del Mossad in “chiazza di petrolio” come veniva definito in linguaggio cifrato il nascondiglio per le armi, poi utilizzato anche come luogo di addestramento per montaggio e smontaggio di armi e come sede per le riunioni strategiche. Yehudit diviene rapidamente un personaggio chiave: il suo ruolo di insegnante le permette di entrare in contatto con le persone del posto senza destare sospetti: con i genitori dei bambini dell’asilo e con gli studenti dei corsi di ebraico dell’ulpan, può ascoltare le loro conversazioni e valutare la loro mentalità, la sua posizione è ideale per trovare potenziali reclute. Con lo pseudonimo di Nora, Yehudit viene addestrata a usare inchiostro invisibile, a preparare nascondigli e metodi per raccogliere materiali e informazioni, agire da corriere e collegamento tra diversi gruppi, e infine a falsificare passaporti per gli ebrei che volevano fuggire dal Marocco.

    All’inizio di giugno 1956, le autorità marocchine decisero di limitare l’attività sionista nel paese. Yehudit in un primo tempo fu autorizzato a continuare ad insegnare nel suo asilo che fu poi trasferito in località periferiche, come il campo per immigrati di Mazagan vicino a Casablanca; nel giro di poco tempo le fu però intimato di lasciare il paese. Il suo lavoro clandestino per gli ebrei marocchini trovò un nuovo centro operativo a Marsiglia. 

    Con il marito Shlomo Yehezkeli, incontrato per la prima volta in quel fatidico primo giorno d’asilo a Casablanca, Yehudit si è trasferita poi a Parigi, dove ha continuato a occuparsi di sicurezza, e intelligence per Israele dal 1960 al 1964. La coppia ha assunto successivamente incarichi ufficiali in Africa prima di tornare in Israele dove ha cresciuto tre figli. In Israele.

    Alla bella età di 93 anni Yehudit ha pubblicato nove libri, si interessa ancora di educazione, insegnamento e scrittura, pittura, scultura e realizzazione di film.

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