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    Cultura

    Perché guardare il documentario Screams Before Silence

    Perché guardarlo? Sì, è vero, le testimonianze riportate in questo documentario di Sheryl Sandberg, Screams Before Silence, non sono più inedite ormai. Eppure il risultato finale della sua raccolta di voci non smette di lasciarci, alla fine, attoniti. Come i testimoni della Shoah hanno ripetuto per anni e anni la loro galleria degli orrori, così le voci che si alzano dopo il 7 ottobre hanno la missione di dar voce a chi non ne ha più, e di tramandare la memoria di una nuova strage che ha devastato gli ebrei di Israele. Gli stupri a centinaia e centinaia per mano degli uomini di Hamas, non possono e non devono affondare, volutamente dimenticati, nelle polemiche pretestuose e nelle verbosità ideologiche che stanno segnando questi mesi. Devono al contrario restare impressi con lettere di fuoco nella geografia morale di coloro che al “mai più” “hanno creduto e ancora credono. Lo stupro non è una forma di resistenza, e usarlo come arma di guerra è un crimine contro l umanità. E ancor di più l’indignazione dovrebbe moltiplicarsi, al pensiero che i terroristi non hanno solo programmato di colpire donne, ma soprattutto ebree. In Screams Before Silence ciò che colpisce, fortemente, è il ritmo serrato di racconti e ricordi. Vittime e testimoni che seguono un unico filo nel rivivere le abiezioni viste o subite. Un tremito comune nella voce. Uno stesso lampo di panico e sgomento nello sguardo. Un cazzotto nello stomaco dopo l’altro, lucido e netto, senza mai eccedere nell’ autocommiserazione, a comporre l’affresco di un nuovo inferno che già troppi hanno sottovalutato o addirittura negato.

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