
Vi avverto, parleremo di diete, parleremo malissimo delle diete. Avete presente quella pubblicità dove il presentatore per proporre un sistema di alimentazione organizzato dice che attraverso i suoi prodotti si potrà spegnere il cervello?
Ora mi chiedo ma, secondo voi, è una cosa sana nutrirsi senza pensare, in maniera automatica e senza autocontrollo?
Nutrirsi è parte del nostro istinto di sopravvivenza, ma non solo. Mangiare è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi, che riporta il nostro corpo a memorie di esperienze vissute, di persone e di luoghi.
Il gusto, l’odore, la consistenza di quello che mangiamo è parte importante e fondamentale.
Le diete restrittive spesso promettono risultati rapidi, ma a quale prezzo? Impongono regole rigide, alimentano il senso di colpa e disconnettono dal nostro naturale rapporto con il cibo. Il problema non è solo la fame fisica, ma quella mentale ed emotiva, che porta a un circolo vizioso di privazione e abbuffate.
Il mindful eating, l’essere presenti in uno specifico momento, in uno specifico luogo, invece, ci insegna a riscoprire il piacere del cibo senza sensi di colpa, ascoltando il nostro corpo e rispettando i suoi segnali di fame e sazietà. Mangiare con consapevolezza significa assaporare ogni boccone, senza distrazioni e nutrire non solo il corpo, ma anche la mente. È un ritorno all’equilibrio, lontano dall’ossessione delle diete, per una relazione più sana e serena con il cibo.
Non permettendo al nostro cervello di dividere il cibo in permesso e proibito, abbassando il livello di ansia legato alle calorie, e tornando ad accendere il nostro cervello, riconnettendolo con i nostri bisogni naturali, ritroveremo il piacere del mangiare e probabilmente riusciremo da soli a trovare il nostro personalissimo equilibrio.
Contro ogni dieta prestampata o imposizione tirannica, vi propongo oggi una ricetta che adoro, e che sto imparando a gustare senza ansia e sensi di colpa.
Pane Kubaneh
Ingredienti
500 g di farina 00
10 g di lievito di birra fresco (oppure 4 g di lievito secco)
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaino di sale
250 ml di acqua tiepida
uovo (opzionale, per un impasto più ricco)
80 g di burro fuso o margarina (per spennellare)
40 g di burro fuso
Preparazione
In una ciotola grande, sciogliete il lievito con lo zucchero e un po’ di acqua tiepida. Lasciate riposare 10 minuti finché si attiva.
Aggiungete la farina, il sale, l’uovo (se usato) e il resto dell’acqua. Impastate per circa 10 minuti fino a ottenere un impasto liscio ed elastico.
Coprite la ciotola con un panno umido e lasciate lievitare per 1-2 ore, fino al raddoppio del volume.
Dopo la lievitazione, dividete l’impasto in 6-8 pezzi.
Stendete ogni pezzo con le mani fino a ottenere una sfoglia sottile.
Spennellate con abbondante burro fuso e arrotolate formando un cilindro.
Poi, arrotolate il cilindro a spirale e disponetelo in una teglia rotonda ben imburrata.
Coprite la teglia con pellicola trasparente e lasciate lievitare per un’altra ora.
Preriscaldate il forno a 180°C.
Cuocete il Kubaneh per circa 40-50 minuti, finché diventa dorato in superficie.
Sfornate il pane e spennellate con un altro po’ di burro fuso.
Servite caldo, magari accompagnato da salse o formaggi.