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    La nuova biografia di Golda Meir: la leader femminista e antifemminista

    Golda Meir era una femminista? Era una rivoluzionaria? Alzi la mano chi si è posto queste domande almeno una volta nella vita pensando al Primo, e unico, Primo Ministro israeliano donna Golda Meir. Nel nuovo libro dell’autrice Pnina Lahav:”The Only Woman in the Room” si cerca di rispondere a questo quesito prendendo in esame la carriera di Golda Meir, ed esplorando come l’essere donna abbia plasmato – o distorto – il suo percorso politico e personale.

     

    Durante la sua lunga carriera come attivista e politica, Meir, in carica dal 1969 al 1974, ha sempre evitato di abbracciare pienamente il movimento per i diritti delle donne, vedendolo spesso come un ostacolo per il raggiungimento dei suoi obiettivi politici. Il libro: “The Only Woman in the Room: Golda Meir and Her Path to Power”, tenta di comprendere a pieno come l’essere donna abbia plasmato la storia e la carriera di Golda Meir, ma anche il mondo attorno a lei. “È stata incolpata per la guerra dello Yom Kippur, è stata incolpata anche di altre cose. Spesso alla gente non piaceva il suo aspetto, o non piaceva che fosse vecchia”, ha detto Lahav a The Times of Israel in un’intervista. “Volevo scorgere la realtà di quella che fu Golda uscendo da una prospettiva femminista, però tentando al contempo di prendere consapevolezza e spiegare che molto di ciò che fece dipendeva dal fatto che era una donna cresciuta con le aspettative degli stereotipi di genere”, ha spiegato Lahav, professoressa di diritto all’Università di Boston.

     

    “Ad ogni passo della sua carriera politica ha dovuto rendere conto del disagio maschile nell’avere donne al potere” ha scritto Lahav nel libro. Un testo attraverso cui l’autrice ha tratteggiato con un’enfasi la figura rivoluzionaria di Golda Meir come donna in quello che era senza dubbio un mondo maschile. Molto prima di diventare primo ministro all’età di 70 anni, Meir aveva vissuto una vita che si adattava ben poco ai costumi dell’epoca, specialmente per una ragazza israeliana nata alla fine del XIX secolo. Dopo il matrimonio, aspettò sette anni prima di avere figli, e quando i suoi figli erano piccoli, se ne andò senza divorziare dal marito trasferendosi da sola in un appartamento a Tel Aviv. Da lì ebbe una vita decisamente singolare per una donna dell’epoca, lasciando regolarmente i suoi figli alle cure di altri mentre lavorava per ore estenuanti ai problemi dello Stato Ebraico. Un profilo femminile complesso che si distinse anche per le sue conquiste. In qualità di ministro del lavoro, Meir promosse una legislazione in grado di garantire alle donne il congedo di maternità pagato dal governo. Tuttavia, sebbene Golda Meir fosse una forte sostenitrice della famiglia tradizionale difendendo sempre la maternità e i valori famigliari, come sottolinea Lahav nel suo libro “Golda era anche una donna di contraddizioni.”

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