Il Museo Albertina di Vienna presenta una mostra di grande fascino, intitolata “Chagall”, proponendo cento opere dell’artista: dai primi dipinti realizzati nell’Impero russo tra il 1908 e il 1910, alle grandi composizioni poetiche degli anni parigini dal 1910 al 1914, fino ai grandi formati dipinti nel sud della Francia fino agli anni ’80. Già nel 2004 l’Albertina aveva allestito una delle prime mostre sotto la direzione di Klaus Albrecht Schröder offrendo l’esplorazione della Bibbia da parte di Chagall. Fino all’8 febbraio, a vent’anni di distanza, in occasione del 40° anniversario della morte dell’artista, tornano i temi più celebri e amati.
L’opera Marc Chagall (1887-1985) abbraccia più di ottant’anni di produzione ed è caratterizzata da una versatilità che non smette mai di stupire. La sua arte, nota per i colori vivaci e le composizioni poetiche, ci è familiare, ma nonostante questa familiarità non ha perso nulla della sua aura misteriosa e spirituale. La sua inconfondibile espressione artistica, che ci ricorda la magia delle immagini oniriche, rimane uncosmo inesauribile.
Nato nel 1887 in un piccolo shtetl ebraico in Bielorussia, Chagall trovò l’ispirazione nella sua terra natale e nelle sue origini che lo accompagneranno per tutta la vita. Tra le opere esposte troviamo i ricordi della sua infanzia nelle scene di paese, i violinisti, il circo e i clown accanto agli animali come capre, mucche e aringhe; ricorrono anche motivi spirituali della Bibbia e dei rabbini. A prima vista, i dipinti di Chagall, che risplendono di colori intensi, trasmettono un’espressione artistica piena di felicità, eppure i suoi temi universali della nascita, della maternità, dell’amore e della morte suggeriscono una dimensione profonda e la sua biografia racconta anche una storia diversa. Essendo cresciuto come ebreo in quella che oggi è la Bielorussia, è un perenne “sfollato” che è costretto a condurre una vita instabile: ha vissuto a Vitebsk, San Pietroburgo, poi a Parigi, di nuovo in Russia e di nuovo in Francia, fuggendo infine in esilio a New York e solo allora tornando in Francia. Qui lui si stabilì e portò a compimento la sua ricca opera.
L’esperienza, spesso simultanea, della gioia e della sofferenza caratterizza il suo lavoro e lo eleva a un’espressione brillante, allo stesso tempo allegramente esilarante ed evocante l’oscurità e minacciosa. Le immagini invitano lo spettatore a entrare in un mondo in cui i confini tra realtà e sogno, il cielo e la terra si confondono. Il suo lavoro rimane unico in questa riconciliazione del contraddittorio. Chagall non ha mai permesso a se stesso di ridursi ad un unico stile, ma ha sviluppato un linguaggio visivo inconfondibile, poetico, chefonde il fantastico e il quotidiano.
Il mondo pittorico di Marc Chagall sfida l’ordine consueto delle cose. Nulla sembra essere al posto giusto. C’è solo una costante nella sua vita e nel suo lavoro: il ricordo della sua infanzia e giovinezza a Vitebsk.
Foto: courtesy Albertina Museum Vienna