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    Cultura

    Assaf Gavron “Sul clima agiamo prima che sia tardi”. L’intervista

    La natura è tante cose: ci circonda e ci attrae ma spesso ci intimorisce. È un’entità affascinante ed ineffabile da sempre al centro delle riflessioni filosofiche. Tuttavia, nell’ultimo periodo la natura sembra ci stia mandando dei messaggi sempre più chiari e preoccupanti. L’emergenza climatica è un tema caldo su cui molto è stato detto e su cui molto altro c’è molto da dire. I terribili fatti di cronaca avvenuti qualche giorno fa a Valencia, ci impongono una riflessione profonda sul tema, che Shalom ha affrontato con l’autore israeliano Assaf Gavron. Con la sua distopia dal titolo “Idromania” (Giuntina) lo scrittore aveva già affrontato il la questione controversa e complessa della natura e dell’emergenza climatica strettamente legata all’acqua.

    Quello che è successo a Valencia ci sconvolge molto, eppure sembra che la natura ci stia dicendo qualcosa, qual è la tua posizione sulla crisi climatica?

    Ad essere sincero, non mi considero un esperto di clima. Specialmente in questo momento in cui le mie preoccupazioni immediate sono la guerra in corso nel mio Paese e la crisi economica. Ma dovremmo parlare di più di clima, quindi mi fa piacere che qualcuno me lo chieda. La catastrofe di Valencia ci ricorda chiaramente cosa c’è in gioco e il mio cuore va alle persone colpite. Da non esperto, guardando alle prove e alla ricerca scientifica, è chiaro che la crisi climatica è un problema serio e che ci sono azioni che possiamo intraprendere per migliorarla, cosa che dovremmo tutti fare.

    Nel tuo libro Idromania si parla proprio di questo tema, l’acqua ha un ruolo importante nel testo, che valore ha secondo te? E soprattutto che ruolo veste ha nella società di oggi?

    L’acqua è vita. Sappiamo tutti che non possiamo sopravvivere senza. Se la crisi climatica porta a una diminuzione delle piogge e dell’acqua potabile, dovrebbe essere una seria preoccupazione per tutti. Oggi abbiamo l’acqua corrente nei rubinetti o possiamo comprarla facilmente nei negozi, ma i nostri nipoti potrebbero avere difficoltà a garantirsi un approvvigionamento idrico affidabile. Idromania esplora questo possibile futuro, chiedendosi come potremmo affrontare un simile scenario.

    Cosa pensi che potrebbe accadere al pianeta in futuro visto che hai ritenuto importante affrontare questo tema nel tuo libro?

    Come scrittore, è stato un esercizio affascinante prendere qualcosa di essenziale e spesso dato per scontato e immaginare un mondo in cui non esiste più. Se si considera che si tratta di uno scenario realistico già in atto – la diminuzione dell’acqua potabile in alcune parti del mondo – diventa un’idea che sembra allo stesso tempo futuristica e legata alla realtà. Non sono un’attivista e le mie motivazioni non erano quelle di salvare il pianeta, ma se il libro sensibilizza l’opinione pubblica sull’acqua e sulla necessità di frenarne il più possibile il declino, ne sono felice.

    Per quanto riguarda ciò che potrebbe accadere, dobbiamo innanzitutto sperare che le elezioni americane non vadano in un certo verso la prossima settimana la prossima settimana. L’elezione di Trump come presidente sarebbe dannosa per affrontare la crisi climatica, visto che lui la nega e chi lo circonda sta spingendo piani, come il “Progetto 2025”, che danneggerebbero ulteriormente un ambiente già fragile. Se dovesse perdere, spero che questo motiverà i governi di tutto il mondo ad adottare misure significative per ridurre i rischi climatici.

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