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    Cultura

    Al via la XVII Edizione di “Ebraica”. Arte e dibattiti nel segno dei “Visionari”

    “Da sempre io mi sono ritenuto vicinissimo alla Comunità ebraica, perché ritengo che il suo apporto culturale all’Italia sia stato fondamentale, uno dei pilastri”.
    Così il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano nel giorno dell’apertura di Ebraica – Festival Internazionale di Cultura, giunto alla sua XVII edizione. Promossa dalla Comunità Ebraica di Roma e curata da Ariela Piattelli, Raffaella Spizzichino e Marco Panella, la kermesse è iniziata lo scorso 23 giugno e fino al 26 animerà le sere d’estate del Quartiere Ebraico con incontri, spettacoli e concerti.
    Il tema di quest’anno è “Visionari”, nel solco di quelle donne e quegli uomini in grado di lasciare il segno in ogni ambito della conoscenza, con intuito e spirito di intraprendenza.
    “Un visionario è colui il quale sa guardare il futuro rompendo le convenzioni di un dato momento storico, chi sa guardare avanti – ha sottolineato ai nostri microfoni il Ministro Sangiuliano – In questo mondo una è stata Golda Meir, un personaggio a cui sono particolarmente affezionato come cultore della storia”.
    Il Palazzo della Cultura si è riempito in occasione della prima serata, introdotta dall’inaugurazione della mostra “Visionari”, realizzata in collaborazione con il Peres Center for Peace & Innovation. Poi i discorsi istituzionali del presidente della Comunità Ebraica di Roma Victor Fadlun, dell’assessore alla Cultura della Regione Lazio Simona Renata Baldassarre e del suo omologo per il Comune di Roma Miguel Gotor.
    “Mi trovo molto nel tema di questa edizione – ha raccontato il Presidente Fadlun – È qualcosa di molto ebraico. In fondo chi è più visionario di un popolo la cui religione è così strettamente collegata a una terra, una terra che per 2000 anni non abbiamo avuto. Era da visionari pregare a Pesach ogni anno recitando “L’anno prossimo a Gerusalemme”. L’augurio è che esistano visionari nel nostro popolo che permettano in questo periodo difficile di traghettare verso una situazione più sicura in Israele e più positiva per il nostro popolo e per il mondo intero”.
    Sui suoi visionari Fadlun non ha dubbi: “David Ben Gurion e Theodor Herzl, che hanno ritenuto fosse tempo di radunare una società sparpagliata come quella ebraica e di costruire lo Stato d’Israele”.
    A seguire politica, filosofia, psicologia, ma anche musica. L’inaugurazione di “Ebraica” ha ospitato panel di caratura nazionale. Silenzio e grande attenzione per il dialogo tra Marco Panella e il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, nel quale si sono approfondite le storie significative di visionari che si sono distinti in diversi ambiti e nel corso di differenti momenti storici, con un focus sull’importanza della conoscenza, intesa come fondamento e salvezza delle democrazie. Piccola pausa e ripresa con il dibattito tra lo psichiatra e psicoterapeuta Raffaele Morelli e Rav Roberto della Rocca, che hanno discusso sul ruolo della profezia tra religione e psicologia, analizzando la figura dell’uomo oggi nel compimento della propria profezia, del cammino che è chiamato a compiere per la realizzazione di sé.
    La serata si è conclusa con il concerto di Gabriele Coen, Barbara Eramo e Alessandro Gwis, che hanno portato sul palco la propria interpretazione musicale delle visioni, evocando il potere immaginifico della musica tra tradizione ebraica, suggestioni letterarie e mistiche e declinazioni femminili.

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