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    Addio allo scrittore israeliano Meir Wieseltier, “il poeta di Tel Aviv”

    Lo scrittore e poeta israeliano Meir Wieseltier è morto giovedì sera all’età di 82 anni, all’ospedale Tel Hashomer, vicino a Tel Aviv. 

     

    Meir Wieseltier è nato nel 1941 a Mosca, in Russia, ed è arrivato in Israele nel 1949 quando era ancora un bambino, dopo aver trascorso alcuni anni in Polonia, Germania e Francia. È cresciuto in un kibbutz a Netanya, poi si è trasferito a Tel Aviv all’età di 14 anni. Ha studiato filosofia, storia e inglese all’Università Ebraica di Gerusalemme e ha vissuto per diversi anni a Londra e Parigi. 

     

    Negli anni ’60 Wieseltier è stato un personaggio di riferimento del movimento noto come “I poeti di Tel Aviv”. Ha anche co-fondato la rivista letteraria “Siman Kriah”, prima di essere, dal 1986 al 1989, responsabile della poesia presso la casa editrice Am Oved. 

     

    Per diversi anni ha insegnato letteratura all’Università di Haifa, dove era professore emerito. Wieseltier ha tradotto in ebraico poesie inglesi, francesi e russe, oltre a sette tragedie di Shakespeare, due opere teatrali di Christopher Marlowe e romanzi di Virginia Woolf, Charles Dickens, EM Forster, Aldous Huxley, Malcolm Lowry e altri. 

     

    Tra i vari riconoscimenti, lo scrittore ha ricevuto tre volte il Premio del Primo Minstro, il Premio Elite Jubilee, il Premio Bialik, il Premio Israele per la letteratura nel 2000. Le sue poesie sono state pubblicate in altri paesi e tradotte in venti lingue.

     

    Wieseltier ha sempre adottato una posizione letteraria anticonformista, anche quando affrontava una delle sue Muse, ovvero Tel Aviv: la Città Bianca aveva infatti un ruolo importante nelle sue opere che a volte si traduceva in un rapporto di amore-odio. 

     

    Lo scrittore ha spesso affrontato con toni critici anche il tema della politica, mentre ha dedicato una buona parte delle sue opere alla vita quotidiana e all’amore.

     

    Wieseltier lascia due figlie e tre nipoti. “Mi rendo conto di quanto fosse importante per molte persone”, ha detto a Ynet Marta Wieseltier, sua figlia.

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