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    “Soli e Perduti” (Neri Pozza) di Eshkol Nevo

    Esiste un luogo magico, fiabesco, fatto di coincidenze del destino, di incontri, di scontri. Di amore, erotismo, passione ma anche dolore. Esiste e prende forma tra le pagine del romanzo “Soli e Perduti” di Eshkol Nevo (Neri Pozza). Una penna raffinata, ricca di ironia ma che non rinuncia alla leggerezza e alla poesia. Questa è una storia che comincia geograficamente in America, per poi portare i suoi protagonisti in Israele. Geremia Mendelshtorm, dopo aver perso la sua amata moglie scopre di sentirsi un estraneo nella sua stessa casa. Non ha radici, non sa cosa significhi appartenere a un luogo. Così parte alla volta della Terra Promessa, dove deciderà di finanziare la costruzione di un nuovo ‘mikve’ (un bagno rituale), intitolandolo alla sua compagna di vita, nella Città dei Giusti in Israele. Seguirà una rocambolesca commedia in cui non mancheranno i colpi di scena e gli equivoci, che fanno sorridere e riflettere. Il mikve si scoprirà essere tutto l’opposto della purezza, perché all’interno delle mura del bagno aleggia una tensione erotica, che impregna i muri, le pareti e l’acqua, influenzando chiunque vi si immerga. Nevo ci regala un romanzo bizzarro, che porta alla luce il significato più profondo dell’amore, senza rinunciare alla meticolosa indagine della vita in Israele. È una storia che si compone di persone, di sentimenti che fanno da sfondo ad una profonda riflessione sul bisogno di appartenenza, sulla felicità e sul fatto che in fondo siamo tutti “soli e perduti”.

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