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    “Ognuno accanto alla sua notte”- quando la scrittura diventa memoria

    Da anni, Lia Levi riesce a raccontare la memoria alle nuove generazioni con candore e sentimento, riuscendo a trasmettere  l’importanza di non dimenticare. Il suo nuovo romanzo “Ognuno accanto alla sua notte”(Edizioni E/O) ne è la prova, un nuovo tassello che va ad aggiungersi alla sua produzione letteraria, che le ha fatto guadagnare svariati riconoscimenti e premi.

    Storie di vita e schegge di ricordi che si intrecciano involontariamente in questo romanzo, dipingendo un affresco vivido di quello che il 16 Ottobre 1943, e il mese precedente, ha rappresentato per la comunità ebraica di Roma. 

    Un sabato indimenticabile, un sabato di paura, di confusione, di smarrimento e incertezza. Un giorno vissuto e raccontato attraverso gli occhi dei personaggi e dei loro cari. Legati da un solo destino, segnati per sempre dall’inchiostro nero della storia. Un romanzo corale,storicamente accurato e profondamente didascalico, che non rinuncia però alla descrizione dei sentimenti umani. 

    Sembrerà come se i personaggi voltandosi a ritroso vedessero di essere fatti della sostanza delle esperienze, dolorose e meno, che hanno segnato le generazioni precedenti . 

    Sono storie di rimpianti, di paure, di rimorsi. Storie che ognuno cela gelosamente dentro sé e che affiorano pagina dopo pagina. Storie che ci fanno riflettere su quanto la memoria possa diventare una responsabilità doverosa per le generazioni successive, che proprio attraverso la scrittura si misurano, imparando a comprendere quanto accaduto negli anni dell’occupazione di Roma. 

    Il testo si concentra a raccontare attraverso i legami che si creano in maniera apparentemente casuale le diverse reazioni degli ebrei di Roma all’escalation nazista; lo sgomento iniziale, la paura, la rassegnazione. Dalla vessazione delle leggi razziali all’inganno della raccolta dell’oro del 25 settembre 1943, per giungere, infine, all’inattesa retata del 16 Ottobre 43: lo Shabbat Shacor, il sabato nero, che segnerà per sempre la storia di una delle comunità più antiche della diaspora. 

    Una scrittura poetica e dolce che narra la grande storia, servendosi della storia dei singoli personaggi, con poesia e lucidità, per poter insegnare senza mai ferire.

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