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    “La vita gioca con me” di David Grossman: quando il passato riscrive il presente.

    Il fantasma del passato torna sempre, e spesso incombe sul presente. Tra verità non dette e troppo amore “La vita gioca con me” di David Grossman è un romanzo dall’armonia perfetta. Protagoniste tre donne forti, di tre generazioni, tre mentalità diverse e tre modi diversi di amare. Nina, Vera, Ghili e Rafi. La storia di una resa dei conti. Un intreccio di rapporti complicati, pieni di rimpianti e di verità negate. Tutto comincia con ricongiungimento, Vera compie novant’anni e per l’occasione il kibbutz le ha organizzato una festa. Ci sono proprio tutti, c’è anche Nina; la sua figlia complicata che dopo tempo è tornata ha qualcosa da dirle e non può più aspettare. Ma anche Vera ha qualcosa da dirle, qualcosa che ha tenuto dentro di sé per troppo tempo. Una storia che si rifà alla sua vita durante la Seconda guerra mondiale, alla sua prigionia e ai suoi segreti che la tormentano. Così prende vita, un viaggio nei luoghi in cui la vita di Vera ha avuto inizio, in cui gli anni della guerra l’hanno sconvolta in maniera indelebile, sarà l’occasione per un confronto finale senza esclusione di colpi. Un viaggio fisico e spirituale che li condurrà fino a Goli Otok anche chiamata “L’isola Calva”, luogo in cui Vera è stata tenuta prigioniera con l’accusa di esser Stalinista, da parte di Tito, dopo gli anni strazianti della guerra. Un’esperienza che porterà tutti a liberarsi dei fardelli che tanto pesano, il tutto davanti ad una vigile telecamera, la telecamera di Ghili. Una storia familiare reale, violenta, piena di ferite. La storia di Goli Otok restituisce al lettore un’importante parte della storia, dipingendo questo romanzo di un crudo realismo. Il personaggio di Vera è ispirato a Eva Panić Nahir, Realmente detenuta a Goli Otok, le cui vicende nel gulag di Tito sono state raccontate in un libro e in una serie televisiva. Così Grossman, narratore capace di sdoppiarsi dando voce ad una moltitudine di personaggi, riesce a portare alla luce realtà atroci ma dimenticate. Il titolo originale del libro è “Iti a chaim mesachek arbe” ovvero “Con me la vita gioca molto”, un titolo enigmatico e programmatico che già dalla prima pagina esplica quando la protagonista abbia da raccontare. Memoria, oblio, dolore, accettazione un libro che conduce lontano: nei meandri più profondi dei propri sentimenti.

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