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Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

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    Racconti che fanno la storia. Voci di ebrei milanesi del ‘900

    Un’infinità di storie sommerse e disseminate tra le carte di numerosi archivi riprendono parola e voce grazie alla mostra digitale ViteAttraverso: storie, documenti, voci di ebrei milanesi nel ‘900, che inaugura oggi, in occasione dell’anniversario della Liberazione d’Italia. Una data fondamentale per la storia nazionale, ma che racchiude in sé le vicissitudini di persone comuni e famiglie ebraiche che hanno vissuto in prima persona gli anni drammatici della dittatura fascista, delle discriminazioni delle leggi antiebraiche e delle persecuzioni nazi-fasciste in Italia. E il proposito di questo progetto espositivo multimediale è proprio quello di raccontare la vita di otto famiglie ebraiche milanesi sconvolte dal susseguirsi di quegli eventi storici e dalla guerra. Fotografie, lettere personali, documenti e interviste tracciano le storie di persone del tutto ordinarie, ma che intrecciate tra loro creano una narrazione che offre un panorama più ampio sul nostro passato.

     

    La mostra, curata da Laura Brazzo, Carla Cioglia e Francesco Lisanti, e organizzata dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC), insieme all’Archivio Storico Intesa Sanpaolo e all’ASP Golgi Redaelli, nell’ambito delle attività della Rete MilanoAttraverso, è stata resa possibile grazie a un’intensa collaborazione tra gli archivi dei diversi enti. Gli studiosi sono riusciti a mettere in relazione una grande quantità di documenti, che fino a ora si presentavano come fonti singole e frammentarie, fino a ricostruire interi percorsi di vita familiare. Come le fonti diventano più significative una volta confrontate e connesse tra loro, allo stesso modo singoli percorsi di vita personale rivelano inedite relazioni e dimostrano di costituire l’essenza stessa della storia.

     

    Grazie ai curatori che hanno anticipato a Shalom alcune notizie, abbiamo appreso, ad esempio, la vicenda di Mario Levi, un racconto appassionante che si dipana tra Venezia, Roma, Milano, fin oltre le Alpi. La sua storia ha inizio a Venezia, dove nasce nel 1896, figlio di Giacomo e Anna Cesana e terzo di tre fratelli. La perdita del padre in tenera età costringe la madre ad accompagnarlo a Roma nel 1902 presso l’Orfanotrofio Israelitico Italiano (istituto diventato oggi Il Pitigliani, Centro ebraico italiano). Il Tempio Maggiore è stato da poco edificato e qui Mario festeggia il suo bar-mitzva. La sua vita a Roma prosegue tra gli studi per conseguire il diploma e il lavoro presso il magazzino di tessuti di Lionello Alatri, ma il susseguirsi degli eventi storici dà una nuova direzione alla sua vita, vedendolo prima combattere al fronte durante la Prima Guerra, poi coinvolto nella lotta partigiana di liberazione.

     

    «Con questa mostra vogliamo portare alla luce delle storie che la maggior parte delle persone non conosce – spiega Laura Brazzo – e di cui non si parla in occasione di altri eventi commemorativi. Inoltre, non volevamo parlare solo di storie di vite interrotte, ma anche di chi ha ricostruito passo dopo passo la propria vita, raccontandone le diverse esperienze e percorsi».

     

    L’intento del progetto, inoltre, è quello di ampliare le ricerche e aggiungere nel corso del tempo nuove storie, diventando sempre di più uno strumento di studio e apprendimento per tutti e, in particolare, per le scuole. Altro elemento originale, dunque, è il digitale, che offre un nuovo modo di fruire la mostra, più interattivo e attraente per un pubblico eterogeneo. I diversi documenti audio-visivi compongono una rete di connessioni che consentono a ciascuno di poter tracciare il proprio percorso di visita, che non sarà, quindi, solo cronologico ma trasversale. I rimandi diretti alle fonti e a molti altri approfondimenti delineano i contesti sociali, politici ed economici che influirono sulla vita di queste famiglie prima e dopo il 1945. Basta lasciarsi incuriosire da un nome, un luogo, un fatto, per essere trascinati in un campo ancora inesplorato, rendendo così la conoscenza un’esperienza avvincente.

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