Moran Samuel e Nadav Levi saranno i portabandiera per Israele alla cerimonia di apertura dei XVI Giochi Paralimpici di Tokyo che si svolgeranno dal 24 agosto al 5 settembre. La delegazione israeliana, come già nelle passate edizioni, sarà rappresentata da una nutrita delegazione di 31 atleti che si cimenteranno in 9 sport con buone possibilità di vittoria nel nuoto e nel canottaggio.
Moran Samuel è in questi giorni a Gavirate, sul lago di Varese, per rifinire la sua preparazione e partecipare nel canottaggio alla sua terza Paralimpiade. Nella sua vita c’è un terribile giorno che è diventato lo spartiacque tra il prima e il dopo. Fin da giovanissima e durante il servizio militare nell’aviazione ha dimostrato ottime doti sportive che l’hanno portata a essere membro della nazionale di pallacanestro. A 24 anni, senza nessun sintomo premonitore, una mattina, mentre a casa stendeva la biancheria, ha avvertito una tremenda fitta alla schiena: non poteva più respirare, è riuscita a chiamare l’ambulanza, le è stata diagnosticata una rara lesione irreversibile alla spina dorsale. “In un minuto il mio corpo è stato cancellato”, Moran è diventata paraplegica.
La straordinaria determinazione, le innumerevoli ore trascorse a lottare per riprendersi e trovare una postura sulla carrozzina, l’aiuto psicologico e il lavoro quotidiano di fisioterapisti e allenatori d’eccellenza, l’amore per lo sport, l’hanno portata, dopo poco più di un anno, a partecipare alle prime partite di basket sulla sedia a rotelle. Grazie ai saggi consigli di Limor Goldberg, ha deciso di cimentarsi nel canottaggio: nel singolo i risultati sono stati subito più che soddisfacenti.
Alle Paralimpiadi di Londra 2012 ha ottenuto un lusinghiero quinto posto: per lo spirito battagliero di Moran è stato uno stimolo per intensificare gli allenamenti e puntare alle vittorie. Ai Giochi Paralimpici di Rio 2016 ha vinto la medaglia di bronzo. Da superdonna quale è sei mesi dopo è diventata mamma di un maschietto che ha chiamato Arad, bronzo.
A Gavirate, che considera la sua seconda casa ha compiuto un’altra impresa memorabile: dopo aver vinto la medaglia d’oro ai campionati mondiali, alla premiazione ha scoperto che gli organizzatori non avevano la registrazione dell’Hatikvà, l’inno d’Israele. Moran ha preso il microfono e ha cantato l’Hativkà “Ci sono sfide piccole, come prendere il microfono e cantare l’inno del mio paese, – ha commentato – e sfide grandi che affronto giorno dopo giorno”, come darle torto?