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    Canti del Tempio Maggiore di Roma – I testi e le melodie della tradizione liturgica ebraica

    È di recente pubblicazione un testo estremamente interessante, ultima fatica della passione per il canto liturgico ebraico del gruppo di lavoro formato dal Maestro Claudio Di Segni, da Rav Alberto Funaro e dal Prof. Pasquale Troia, coadiuvati dall’organista del Tempio Maggiore di Roma, Angelo Spizzichino.

    Il primo tomo dell’opera è stato realizzato grazie ad un finanziamento del Ministero della Cultura italiana nonché ad alcuni contributi privati ed edito dalla casa editrice Gangemi all’interno della collana Roma Ebraica.

    Il libro contiene le significative presentazioni di Riccardo Di Segni, Rabbino Capo della comunità capitolina, Ruth Dureghello, Presidente della C.E.R e Claudio Procaccia direttore del Dipartimento Beni e Attività della C. E.R.

    Afferma il prof. Pasquale Troìa che “le novità di questo volume trovano origine nell’ampia presentazione di ogni canto, il quale è mostrato con il testo ebraico, la traduzione, il commento liturgico, musicale e la tradizione romana che ha valorizzato la melodia. Non per ultimo all’interno del tomo è presente anche un  C.D audio per ascoltare e seguire le composizioni presenti nel testo (https://www.youtube.com/watch?v=n-vQtxckLLg). “Inoltre, nella prima parte si possono leggere tre interviste, prosegue Troìa, per offrire ai lettori la possibilità di comprendere il significato e il valore del chazzan (il cantore), del direttore del coro e dell’organo, strumento il cui uso non è consentito di Shabbat (sabato) o di moed. (festa solenne).”

    Il Maestro Claudio Di Segni sottolinea che “molti di questi canti sono stati prodotti, composti contemporaneamente o appena precedentemente la costruzione del Tempio Maggiore di Roma (1904) con l’ausilio dell’organo impiegato con l’apertura dei ghetti e l’emancipazione.  Ciò ha determinato l’introduzione in sinagoga di questo strumento, ad imitazione delle liturgie utilizzato nelle chiese, in seguito poi vietato e usato solo per matrimoni e feste non solenni. Ma vi è da dire che i musicisti ebrei componevano accompagnati dall’organo e di questo ne ho le prove documentali. Pertanto, riproporre filologicamente alcuni brani con accompagnamento dell’organo è stata la cosa più emozionante durante il percorso di produzione del C.D audio.”.

    Per Rav Funaro “questi canti sono un grande patrimonio ancora in parte da scoprire. Il Maestro Elio Piattelli (z. l.) raccolse i canti sefarditi (iberici) e i canti italiani trascrivendoli evitando che con il passare del tempo alcuni elementi potessero essere modificati oppure andare perduti.

    Il dott. Claudio Procaccia, a sua volta, afferma “il nostro dipartimento da diversi anni, attraverso il suo archivio storico, organizza ricerche relative alla storia e alla vita culturale della collettività ebraica di Roma. A questo proposito, la liturgia è un aspetto base della nostra identità. Per cui conservare, riprodurre e divulgare il patrimonio rituale musicale è basilare per far conoscere la cultura ebraica a Roma non solo presso i non ebrei ma anche tra i membri di altre comunità. In questo senso, il testo Canti del Tempio Maggiore[1] rientra perfettamente nel progetto di diffusione della storia del nostro gruppo culturale. Per quanto riguarda il contenuto di questo primo tomo, il fatto che vi siano testi in ebraico tradotti in italiano consente ad un largo pubblico, non formato solo da specialisti o esperti di cultura ebraica, di avvicinarsi, di approfondire alcuni nuclei tematici della nostra plurimillenaria storia”.

    Dunque un volume da leggere, studiare, ascoltare, che ci fa rivivere la poesia, la bellezza il fascino della musica della tradizione liturgica ebraico[2] romana e aspettando il secondo tomo vorrei terminare con l’affermazione del prof. Pasquale Troìa, il quale rivela che “il canto a cui io sono più affezionato, visti i tempi attuali, è Ose’ Shalom, una preghiera ed un augurio per la pace.

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