
Il cantiere del Museo della Shoah a Roma è stato vandalizzato con escrementi sui lucchetti e scritte pro-Palestina sui muri. Tra le frasi comparse: “Gaza libera”, “Assassini infami” e “Oggi 45mila morti”, accompagnate da una chiazza di vernice rossa a simboleggiare il sangue. La scoperta, avvenuta nella mattinata del 6 marzo da parte del direttore dei lavori, ha subito innescato un’indagine della Digos, che sta esaminando le immagini delle telecamere di sorveglianza per individuare i responsabili.
L’episodio ha suscitato un’ondata di indignazione e condanna da parte delle istituzioni, in particolare della comunità ebraica. “L’ignobile gesto antisemita che ha preso di mira il cantiere del Museo della Shoah è un oltraggio alla memoria in una città, Roma, che ha conosciuto la deportazione e la persecuzione”, ha dichiarato Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica di Roma. “Assistiamo a una ripetitività dell’odio antiebraico che si nutre della disinformazione e della propaganda filo-palestinese, ma che affonda le radici nella negazione pura e semplice dei valori basilari della vita e dell’umanità. La stessa negazione che si è espressa alla massima potenza il 7 ottobre e che viene brutalmente prolungata, giorno dopo giorno, sugli ostaggi israeliani ed ebrei ancora nelle mani dei terroristi di Hamas”.
Dura anche la reazione della presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni: “Abbiamo affrontato l’apologia del nazifascismo, affronteremo anche l’apologia del terrorismo e ogni atto di odio. Quanto avvenuto non offende solo noi, ma l’Italia nel suo insieme e fa male al suo futuro e alle sue fondamenta democratiche”.
“Siamo di fronte a continue manifestazioni di cieca aggressività – ha affermato il presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia – con atti espliciti come usano i grandi criminali, da parte di chi fa una grande confusione di quelli che sono elementi ormai storicamente acquisiti di volontà genocida nei confronti del popolo ebraico braccato in tutto il mondo con la sola finalità di sterminarlo”.
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha definito l’accaduto “inaccettabile”, sottolineando come si tratti di “atti vili e intimidatori che colpiscono l’intera città, fondata sui valori della memoria e del rispetto”. Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha espresso “profonda indignazione per il vile atto vandalico”, ribadendo la necessità di “ferma condanna di ogni tentativo di inquinare il dibattito pubblico con gesti che alimentano tensioni”.
Sulla stessa linea il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, che ha parlato di “atti intimidatori inquietanti che fanno rabbrividire” e ha invitato a una “condanna corale e decisa da parte non solo delle istituzioni, ma dell’intera opinione pubblica”.
Il Museo della Shoah sorgerà a Villa Torlonia, alle spalle della Casina delle Civette. Il progetto, firmato dall’architetto Luca Zevi, risale a circa vent’anni fa e ha ricevuto nel marzo 2023 un finanziamento di 10 milioni di euro annunciato dall’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.