
Lo Stato d’Israele ha assunto ufficialmente la Presidenza dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA), nell’80esimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale e dell’apertura dei cancelli di Auschwitz. A esercitare la Presidenza, fino a febbraio 2026, sarà Dani Dayan, presidente dello Yad Vashem – l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Gerusalemme.
Il 3 marzo scorso si è svolta presso il Ministero degli Esteri la cerimonia di passaggio, durante la quale è stata consegnata la bandiera della presidenza dell’IHRA dal presidente uscente Lord Eric Pickles, del Regno Unito, al presidente entrante Dayan, alla presenza del Segretario Generale dell’IHRA Michaela Küchler.
L’IHRA è un’organizzazione intergovernativa nata nel 1998 e ad oggi è composta da 35 Paesi membri, otto Paesi osservatori e nove Organizzazioni che si dedicano alla promozione dell’educazione, la ricerca, il ricordo della Shoah e a combattere l’antisemitismo.
La Presidenza israeliana si concentrerà sul tema “Il crocevia delle generazioni”, un riferimento alla progressiva mancanza dei sopravvissuti alla Shoah e alla necessità di educare le generazioni future.
“Siamo a un crocevia generazionale e la responsabilità di preservare la memoria e di condividere le storie della Shoah ricadrà unicamente sulle nostre spalle” – ha detto il presidente Dayan, sottolineando che la missione dell’IHRA è non è mai stata così importante – Le voci delle vittime e dei sopravvissuti ci chiedono di onorare la loro eredità opponendoci con fermezza alla negazione della Shoah, alla distorsione e all’odio. In un mondo che assiste a un drammatico aumento di antisemitismo e alle prese con le sfide e le opportunità delle tecnologie emergenti, il nostro obbligo alla verità storica non è mai stato così critico”.
“ A 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e della Shoah, lo Stato di Israele assume la guida dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) – ha affermato il ministro degli Affari esteri israeliano Gideon Sa’ar – Oggi l’antisemitismo, che ha portato alla Shoah, non è stato sradicato. Al contrario, nell’ultimo anno e mezzo abbiamo assistito a una sua drammatica intensificazione, prendendo di mira sia il popolo ebraico che lo Stato ebraico. I nuovi antisemiti attaccano il diritto di Israele a esistere e il suo diritto a difendersi. È nostro dovere non solo ricordare la Shoah, ma anche garantire l’esistenza dello Stato ebraico, che serve a tutelare la continuità ebraica, preservando e trasmettendo la memoria alle future generazioni”.