Skip to main content

Ultimo numero Gennaio – Febbraio 2025

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Cultura

    “Fecero la scelta giusta”: ricordati alla presenza di Mattarella i poliziotti che si opposero al nazifascismo

    Presentati a Montecitorio i due volumi storici della Polizia di Stato “Fecero la scelta giusta”, intitolati “I poliziotti che si opposero al nazifascismo” e “I poliziotti che soccorsero gli ebrei”, curati dall’Ufficio Comunicazione Istituzionale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno.
    Presenti le massime cariche dello Stato, a partire dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oltre al Presidente del Senato Ignazio La Russa e al Presidente della Camera Lorenzo Fontana. Dopo i saluti istituzionali, sono intervenuti il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Vittorio Pisani, il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni e la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.


    Le pubblicazioni sono state illustrate da Raffaele Camposano, già Direttore dell’Ufficio Storico della Polizia di Stato; Aldo Cazzullo, Giornalista del Corriere della Sera; Rav Riccardo Di Segni; Mons. Santo Marcianò, Ordinario Militare per l’Italia; Mario Toscano, già Docente di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione – Sapienza Università di Roma.
    Hanno portato le loro testimonianze Ermanno Smulevich, la cui famiglia è stata salvata dai nazisti grazie all’azione dei Commissari Giovanni Palatucci, e Mario De Vita, e Gioia D’Angelo, nipote del Commissario Antonino D’Angelo deportato nei campi di concentramento tedeschi. Ha concluso l’evento il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
    “Al capitolo 16 del Deuteronomio, il quinto libro della Bibbia (verso 18) compare una prescrizione precisa: “In tutte le tue città porrai giudici e poliziotti … e giudicheranno il popolo con giustizia”. La presenza di giudici e poliziotti è un dovere per garantire una società civile e ordinata. Ma ha senso se l’opera di giudici e polizia è secondo giustizia. È intorno a questi temi che si svolge un dibattito millenario e quanto mai attuale – ha detto il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni – I cittadini di uno Stato hanno l’obbligo di osservarne le leggi. Tanto più i servitori dello Stato, e ancora di più coloro che vestono una divisa e hanno giurato fedeltà. Se non lo facessero sarebbero punibili, rischierebbero la carriera, perderebbero l’onore e qualche volta la libertà e la vita e entrerebbero in conflitto prima di tutto con loro stessi e con gli impegni che si sono assunti. Ma esistono situazioni, tanto più quando le libertà sono limitate, in cui gli ordini e le leggi possono essere ingiusti e una legge superiore e contraria entra in ballo”.

    Particolarmente toccanti sono state poi le testimonianze di Ermanno Smulevich e di Gioia D’Angelo, nipote del Commissario di P.S. Antonino D’Angelo, deportato prima nel campo di concentramento di Dachau e poi in quello di Mauthausen dove perse la vita.

    “Le storie raccontate nel libro presentato oggi sono in qualche modo la prosecuzione delle storie antiche. Sono storie di comportamento meritorio di singoli, a tutti i livelli della gerarchia, che per salvare le persone opposero resistenza alle disposizioni, ignorando gli ordini, rallentandone l’esecuzione, preavvisando gli interessati, facilitando i movimenti, chiudendo cento occhi, e anche esponendosi personalmente con il rifiuto di obbedire – ha aggiunto il Rabbino Capo – Se il mondo è migliorato dopo gli orrori del Novecento, se questo nostro Paese è cresciuto nella consapevolezza dei valori della democrazia e del rispetto della dignità lo dobbiamo anche a queste persone che hanno indicato quale dovesse essere la scelta giusta e quale il senso vero dell’istituzione nella quale prestavano servizio. Un ringraziamento alla loro memoria esemplare, e oggi a quanti lavorano per mantenerne vivo il ricordo”.

    CONDIVIDI SU: