C’è un qualcosa di speciale che lega Agam Berger, rilasciata da Hamas dopo 482 giorni di prigionia, e Miri Ben-Ari, israeliana vincitrice del Grammy Award. È l’amore per il violino. “Lei è una violinista e anche io lo sono. – ha detto Ben-Ari in un’intervista a Ynetnews – Entrambe amiamo suonare questo strumento e una volta che ti relazioni con qualcuno in questo modo, diventa parte della tua storia”.
Agam Berger ha iniziato a studiare il violino dall’età di 8 anni e il suo talento è riconosciuto in tutto il Paese. Anche Miri Ben-Ari, violinista hip pop, ha cominciato molto giovane la sua istruzione e ora vanta collaborazioni con artisti di grande livello: “L’ho sentita suonare al violino ‘Hallelujah’ – ha affermato Ben-Ari – e ho detto che una volta fuori, l’avrei invitata a New York a suonare con me”. “Ho anche parlato con questa fantastica organizzazione, l’Israeli American Council, che ha organizzato così tante proteste e dimostrazioni in tutta l’America per gli ostaggi, che avrebbe facilitato questa esibizione. È ufficiale. E non vedo l’ora di incontrarla”.
Ben-Ari crede nel potere della musica: “Penso che il violino possa diventare estremamente terapeutico. Non ti dimentichi come suonare il violino. È come un’estensione della tua anima. – ha aggiunto – A volte puoi esprimerti per dire cose che vanno oltre le parole. Il violino viene dalla tua anima. Consiglio a tutti coloro che stanno attraversando un percorso di guarigione e, in particolar modo ad Agam, che è una violinista, di riprendere in mano il suo violino e provare a creare un po’ di musica. Spero con me”. “Penso che la musica sia il linguaggio universale per eccellenza. È il mezzo migliore per mostrare unità, per mostrare come dovrebbe essere l’armonia, per essere orgogliosi, per avere una voce, per non avere paura. – ha continuato – La musica e il violino possono diventare qualsiasi cosa tu voglia”.
Sul preoccupante aumento dell’antisemitismo dopo il 7 ottobre, Ben-Ari ha spiegato: “È molto triste che da quel giorno sia aumentato l’odio nei confronti del popolo ebraico. E tutti noi affrontiamo ciò in modo diverso. C’è molto antisemitismo in tutto il mondo e sfortunatamente anche in America”. “Una delle cose che ho scelto di fare per combattere l’odio e l’antisemitismo è il mio progetto, Symphony of Brotherhood – ha aggiunto – È una partnership con la Commissione israeliana e il governo del New Jersey e il Dipartimento dell’Istruzione”. “Tra un paio di giorni inaugureremo il Black History Month: saranno presenti 18 scuole superiori qui a Newark, 2.000 studenti, il vicegovernatore e molti politici e personaggi influenti. – ha spiegato – Porterò il mio violino elettrico insieme a un violino di un sopravvissuto alla Shoah che mi è stato donato grazie al progetto ‘Violins of Hope’, i violini della speranza. È stato Amnon Weinstein a facilitare l’acquisto di questi strumenti. Cambierò strumento a metà del mio spettacolo per narrare la storia di quel violino, sopravvissuto alla Shoah. Ora posso raccontare la storia, suonando questo strumento. Posso parlare della Shoah e della mia famiglia, che è la terza generazione di sopravvissuti, attraverso questo violino. È così unico e ne sono così onorata. Ho già avuto modo di suonare i violini della speranza e di solito non mi commuovo quando sono sul palco, ma questi violini mi hanno fatto piangere”, ha concluso.
Foto: Miri Ben-Ari e Agam Berger