Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    ISRAELE

    Le prime testimonianze delle tre donne israeliane rilasciate da Hamas. Damari: “Credevo che sarei morta a Gaza”

    Dopo 471 giorni di prigionia nelle mani di Hamas a Gaza, Doron Steinbrecher, Romi Gonen ed Emily Damari hanno condiviso i primi dettagli del loro lungo calvario in un’intervista esclusiva concessa a N12. Le tre donne sono state rilasciate domenica, nel primo giorno di attuazione dell’accordo di cessate il fuoco che prevede la scarcerazione di 33 ostaggi israeliani in cambio di oltre mille detenuti palestinesi.

    Secondo quanto raccontato, le donne sono state inizialmente detenute insieme, ma in seguito separate e trasferite decine di volte tra vari rifugi a Gaza, sia sopra che sottoterra. “Abbiamo passato lunghi periodi senza vedere la luce del giorno” hanno raccontato. Nonostante alcuni interventi medici ricevuti, le condizioni di detenzione erano estremamente dure.

    Emily Damari ha rivelato di aver subito un’operazione medica senza anestesia. Ferita durante il massacro del 7 ottobre 2023, in cui è stata rapita, ha perso due dita e ha riportato una grave lesione alla gamba. “Non pensavo che sarei sopravvissuta. Credevo che sarei morta a Gaza”, ha confessato.

    Romi Gonen, una giovane paramedica di 24 anni, ha svolto un ruolo cruciale durante la prigionia, fornendo cure essenziali a Emily. “Abbiamo trovato forza l’una nell’altra” ha spiegato, aggiungendo che le tre hanno trascorso lunghi mesi sostenendosi reciprocamente per affrontare le difficoltà quotidiane. 

    Durante i 15 mesi di prigionia, le donne sono riuscite a seguire gli sviluppi esterni tramite televisione e radio. Questo ha permesso loro di vedere le proteste e gli sforzi delle famiglie per il loro rilascio. “Abbiamo visto la vostra lotta; abbiamo sentito le nostre famiglie battersi per noi” hanno raccontato. Le tre donne hanno anche appreso del massacro del 7 ottobre e delle sue devastanti conseguenze. “Abbiamo capito che le nostre famiglie erano sopravvissute, ma abbiamo scoperto di aver perso molti amici” ha detto una di loro, riferendosi al brutale attacco che ha segnato l’inizio della guerra.

    Il momento del trasferimento alla Croce Rossa, avvenuto domenica pomeriggio a Gaza City, è stato segnato dal terrore. Le donne sono state consegnate da uomini armati di Hamas in una zona affollata da una folla ostile, composta in gran parte da giovani uomini, alcuni in uniforme e con il volto coperto. “Eravamo spaventate a morte, il passaggio dalle mani dei terroristi alla Croce Rossa è stato un incubo” hanno dichiarato. 

    Yamit Ashkenazi, sorella di Doron Steinbrecher, durante una conferenza stampa tenuta al Sheba Medical Center ha dichiarato: “Doron è qui con noi, è forte e sta sorridendo. Ma non possiamo fermarci. Ci sono ancora 94 ostaggi a Gaza. Dobbiamo riportarli tutti a casa”. Mandy Damari, madre di Emily, ha definito la figlia “una giovane donna forte e resiliente” e ha ringraziato il governo britannico e i leader internazionali, tra cui gli ex presidenti degli Stati Uniti Donald Trump e Joe Biden, per il loro contributo ai negoziati. “Voglio ringraziare le migliaia di persone che ci hanno inviato messaggi nelle ultime 24 ore. Ognuno di voi ha giocato un ruolo fondamentale,” ha aggiunto.

    Meirav Leshem Gonen, madre di Romi, ha concluso il suo intervento con un appello accorato: “Siamo un popolo forte, un popolo che desidera la pace. Non possiamo fermarci finché ogni nostro fratello e sorella non tornerà a casa. Teniamoci per mano e affrontiamo questa sfida insieme”.

    Hamas ha confermato che il prossimo rilascio di ostaggi avverrà sabato 25 gennaio, con la liberazione di quattro donne.

    CONDIVIDI SU: