La missione condotta dall’INS Herev, una nave missilistica classe Sa’ar 4.5, ha segnato un capitolo storico per la Marina israeliana. “L’operazione è stata straordinaria, e l’attacco resterà nella storia,” ha dichiarato il tenente colonnello Tomer, comandante della nave, ripercorrendo i momenti salienti dell’azione che ha distrutto il cuore della flotta siriana.
Quando l’INS Herev ha lasciato il porto di Haifa, i soldati erano convinti di partecipare a un’esercitazione. “La segretezza è stata tale che nemmeno i membri dell’equipaggio sapevano quale fosse la missione,” ha raccontato Tomer. Una volta in mare aperto, ha svelato loro l’obiettivo: addentrarsi nelle acque siriane per distruggere la flotta di motovedette missilistiche della Marina siriana. “All’inizio erano increduli, ma si sono subito messi all’opera con determinazione”.
Il piano è stato comunicato al comandante Tomer tramite una linea riservata mentre era in viaggio verso la base. “Quando ho ricevuto le istruzioni, sono rimasto sorpreso. Non pensavo che una missione del genere sarebbe avvenuta durante il nostro turno,” ha ammesso. L’ordine era chiaro: partire immediatamente. Entro la sera, la nave era pronta e in rotta verso nord, lungo la costa libanese, con destinazione Latakia, sede principale della Marina siriana.
La missione non è stata priva di difficoltà. “Abbiamo dovuto gestire operazioni difensive e offensive contemporaneamente”, ha raccontato il comandante. “Mentre ci preparavamo per un attacco, poteva sopraggiungere un UAV nemico, e dovevamo intercettarlo senza interrompere le altre attività. È stata una prova di professionalità e coordinazione impeccabili da parte dell’equipaggio”. Dopo aver completato l’eliminazione delle batterie antiaeree, la nave si è ritirata momentaneamente in acque internazionali. L’attacco a Latakia, inizialmente previsto per la notte, è stato posticipato di 24 ore per massimizzare l’efficacia dell’operazione.
Quando è arrivato il momento, l’INS Herev ha colpito con precisione chirurgica 15 motovedette missilistiche siriane, che costituivano la spina dorsale della Marina nemica. “Ogni bersaglio è stato distrutto in pochi minuti. Le imbarcazioni sono affondate e sono state rese inutilizzabili” ha confermato Tomer. “La missione si è conclusa davvero solo al nostro rientro a Haifa, dove siamo stati accolti dal comandante della Marina, il viceammiraglio David Saar Salama, che ha ringraziato personalmente ogni membro dell’equipaggio”.