A tre mesi dal ritrovamento dei corpi a Khan Younis, l’IDF ha confermato che sei ex ostaggi israeliani sono stati probabilmente giustiziati dai loro carcerieri durante un bombardamento aereo su un tunnel di Hamas avvenuto lo scorso febbraio.
Le vittime — Alex Dancyg (75 anni), Yagev Buchshtav (35 anni), Chaim Peri (79 anni), Yoram Metzger (80 anni), Nadav Popplewell (51 anni) e Avraham Munder (78 anni) — erano state rapite durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. I loro corpi sono stati recuperati dall’esercito israeliano il 20 agosto 2024 in un tunnel situato nel complesso residenziale di Hamad Town a Khan Younis.
Secondo l’indagine presentata alle famiglie delle vittime, gli ostaggi sono stati uccisi poco dopo un bombardamento aereo israeliano del 14 febbraio, che aveva colpito una rete di tunnel utilizzata da Hamas. Gli ostaggi erano trattenuti in condizioni estremamente precarie: un passaggio stretto lungo appena 100 metri, sigillato da sacchi di sabbia e da una porta metallica, senza alcuna possibilità di sopravvivenza a lungo termine. Il portavoce dell’IDF, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha descritto il tunnel come “inadatto alla sopravvivenza umana” per le sue dimensioni anguste e l’assenza di condizioni vivibili.
Sempre ieri, l’IDF e lo Shin Bet hanno annunciato il recupero del corpo di Itay Svirsky, un ostaggio israeliano rapito il 7 ottobre 2024 da Hamas e assassinato durante la prigionia. Il corpo è stato recuperato nella Striscia di Gaza, a 14 mesi dalla cattura e quasi un anno dalla sua uccisione. Durante una conferenza stampa, Hagari ha spiegato che il recupero è avvenuto durante un’operazione “i cui dettagli non possono essere divulgati per motivi di sicurezza operativa.”
Svirsky, rapito durante l’attacco di Hamas nell’ottobre 2024, sarebbe stato assassinato circa quattro mesi dopo. Durante la prigionia, era stato detenuto insieme a Yossi Sharabi e Noa Argamani. L’IDF ha respinto la versione di Hamas, secondo cui Svirsky sarebbe morto in un bombardamento, confermando invece che l’uccisione è avvenuta giorni dopo l’attacco in cui perse la vita Sharabi.
Secondo quanto riportato da Reuters sempre nella giornata di ieri, i leader di Hamas hanno ordinato ai propri operativi di “neutralizzare gli ostaggi” in caso di operazioni di salvataggio da parte di Israele. L’informazione proviene da un presunto “documento interno” che dà le istruzioni sulla custodia degli ostaggi israeliani. Il documento, datato 22 novembre, sostiene che Hamas avrebbe ricevuto informazioni su un possibile piano israeliano per un’operazione di salvataggio, simile a quella condotta a giugno nel campo di Nuseirat, in cui furono liberati quattro ostaggi israeliani. Nonostante non vi siano indicazioni precise su quando potrebbe avvenire questa operazione o se Israele abbia informazioni sul luogo di detenzione degli ostaggi, il documento raccomanda agli operativi di “non considerare le possibili conseguenze” nell’eseguire gli ordini.