Pubblichiamo di seguito il messaggio di saluto che il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha condiviso sul numero cartaceo di Shalom Magazine novembre-dicembre in occasione dei cento anni della scuola Vittorio Polacco.
Celebrare il centenario della Scuola elementare ebraica “Vittorio Polacco” rappresenta ben più di rendere onore a una ricorrenza dettata dal calendario. Si tratta, in primis, di volgere lo sguardo con gratitudine alle generazioni di pionieri che hanno fortemente voluto creare uno spazio di educazione, di cultura e confronto nel cuore della nostra Capitale. Una storia di bellezza e resistenza, capace di attraversare con tenacia, eroismo e dignità anche le pagine più buie del secolo scorso, quando la vergogna delle Leggi Razziali e l’orrore delle persecuzioni naziste si sono abbattute sulla comunità ebraica di Roma. Tempi di dolore, di negazione dell’umanità, da cui la “Vittorio Polacco” ha saputo tuttavia trarre la linfa per testimoniare, in ogni tempo e in ogni frangente, la forza delle sue radici nella Città e nel Paese, guidando la rinascita educativa e culturale italiana nel secondo dopoguerra. Un presidio di civiltà, dove lo spirito democratico e costituzionale si amalgama al tratto identitario e religioso, generando una vera e propria fucina di talenti a beneficio dell’intera comunità nazionale ed europea. Un’esperienza viva, capace di imprimere nelle menti e nei ricordi dei suoi alunni una particolare intensità nell’impegno sociale, nello studio, nel lavoro, nel generare reti di relazioni con soggetti pubblici e privati, di cui la scuola rappresenta il perno e le fondamenta per l’avvenire.
In quest’ottica, l’anniversario che ho l’onore di celebrare in queste righe diventa l’occasione non solo per ringraziare tutti i protagonisti di questa storia, ma soprattutto per indicare a modello la loro visione e l’opera di chi oggi continua a percorrerne la strada.
Una scuola in grado di rappresentare il punto di sutura tra le tradizioni giudaiche e cristiane, che formano il connubio inscindibile della nostra civiltà, per cui il riconoscerne una alimenta naturalmente la consapevolezza di entrambe.
Una scuola dove la memoria non si esaurisce nel semplice ricordare, ma diventa monito costante nella difesa dei diritti universali e nell’affermare la centralità della persona.
Una scuola moderna, capace di attrarre studenti e studentesse anche grazie al costante impegno nell’offerta didattica sempre al passo con le sfide dello sviluppo tecnologico e digitale.
Una scuola il cui centesimo anno coincide, a ben vedere, con una porzione di tempo molto più piccola rispetto ai secoli di radicamento della comunità ebraica a Roma.
Questo rende la ricorrenza ancora più speciale, tanto da poter dire: “Auguri per un centenario, dal sapore millenario”.