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    ROMA EBRAICA

    Lo sport oltre la guerra: il Roma Club Gerusalemme in visita alla Comunità Ebraica di Roma

    Due ragazzi israeliani e uno palestinese, un ebreo, un cristiano e un musulmano, in visita alla Comunità Ebraica di Roma. In un momento come questo, già raccontata così suona meravigliosa. Se poi si aggiunge che sono tre giocatori parte della favola Roma Club Gerusalemme, la storia è ancora più bella. Ma andiamo con ordine.
    Il Roma Club Gerusalemme nasce nel 1998 come primo gruppo di tifosi romanisti in Asia, diventando poi anche una Scuola Calcio con circa 400 bambine e bambini dai 5 ai 15 anni. È un progetto inclusivo, che unisce ragazzi di tutte le culture e religioni nel nome della passione per il calcio e che aiuta chi è in difficoltà economica, consentendogli di far parte della squadra grazie alle donazioni ricevute.

    Di fronte all’inevitabile domanda sull’impatto nei confronti del club della guerra in corso, il Vicepresidente e Segretario Samuele Giannetti è chiaro: “Dal 14 ottobre 2023, 7 giorni dopo l’inizio di tutto, abbiamo ricominciato gli allenamenti e tutti i ragazzi sono venuti. Questo grazie al grande lavoro di inclusione, avvicinamento, gruppo, amicizia che facciamo durante tutto l’anno. Parliamo continuamente con i ragazzi, spieghiamo loro la situazione e che noi siamo estranei a tutto questo. Dobbiamo creare un legame di fiducia e non di contrasto tra le parti. Questo lo capiscono perfettamente e ciò che importa loro è divertirsi attraverso il calcio”.
    Con una delegazione composta da 7 persone, tra cui un allenatore ebreo etiope, il Roma Club Gerusalemme è arrivato nella Capitale per ricevere in Senato il prestigioso premio “Il Testimone del Volontariato Italia”, dedicato ad organizzazioni impegnate, appunto, in attività volontaristiche.

    Non solo: la delegazione ha incontrato il ministro dello Sport Andrea Abodi, che, come sottolinea Giannetti, “ha ribadito la sua volontà di continuare ad aiutare il progetto Roma Club Gerusalemme e, quando si stabilirà la situazione, di andare in Israele, magari in occasione di un torneo”. Poi il meeting con l’Academy dell’AS Roma, per gettare le basi per il prosieguo della partnership esistente, la visita al Campidoglio per ricevere un altro riconoscimento durante la Seduta Consiliare, la visione della gara di Nations League Italia-Francia allo Stadio San Siro di Milano, dove c’è stato l’incontro con il presidente della Federazione Italia Gioco Calcio Gabriele Gravina e con i giocatori della Nazionale, l’incontro con la Guardia di Finanza e infine con il presidente della Comunità Ebraica di Roma Victor Fadlun.
    “Il nostro rapporto con la Comunità è forte – racconta Giannetti – Ho vissuto a Roma 7 anni. Abbiamo già organizzato visite alla Sinagoga, al Museo Ebraico. Sono iniziative che fanno avvicinare le persone che non conoscono l’ebraismo e l’ebraismo romano”. La visita ha portato anche idee per il prossimo futuro: “Il Presidente Fadlun è stato mio Chanich (allievo) al Bené Akiva, quindi ci conosciamo da più di 30 anni. Stiamo progettando di farlo venire in Israele a fine aprile-inizio maggio. Perché no, con una squadra da Roma, così possiamo organizzare un torneo internazionale a Gerusalemme”.

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