La scorsa notte, nonostante tre distinti avvertimenti giunti da Israele, le autorità di Amsterdam non sono riuscite a prevenire il pogrom che ha colpito i tifosi israeliani, giunti in Olanda per il match di Europa League tra Ajax e Maccabi Tel Aviv, provocando feriti e dispersi. Il Ministero per gli Affari della Diaspora israeliano ha duramente criticato la risposta delle autorità olandesi, accusandole di non aver agito in modo adeguato per tutelare i cittadini israeliani presenti in città. Gli avvertimenti includevano informazioni su una manifestazione violenta pianificata da un noto attivista filo-palestinese, minacce specifiche contro un agente di polizia israeliano presente tra i tifosi e l’intenzione di attivisti anti-israeliani di recarsi presso il Leonardo Hotel, dove alloggiavano molti cittadini israeliani.
Questa mancata protezione si inserisce in un quadro più ampio di malcontento all’interno della polizia olandese, emerso con le recenti dichiarazioni di Marcel de Weerd e Michel Theeboom della Jewish Police Network. I due rappresentanti hanno rivelato un crescente disagio tra alcuni agenti, che sempre più spesso si rifiutano di proteggere eventi ebraici per “dilemmi morali”. Theeboom ha avvertito che questa riluttanza rischia di minare il ruolo della polizia come garante della sicurezza per tutti i cittadini.
De Weerd ha inoltre sottolineato come molti giovani ufficiali non abbiano un’adeguata conoscenza della storia, in particolare riguardo al coinvolgimento della polizia olandese nella deportazione degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale, creando un vuoto morale che compromette la capacità di garantire protezione alla comunità ebraica.
Questi episodi sollevano gravi interrogativi sul futuro della polizia olandese, che rischia di allontanarsi dai principi di neutralità e protezione per tutti, soprattutto in un momento di tensioni globali crescenti. Ottant’anni dopo la storia di Anna Frank, la sicurezza e la presenza della comunità ebraica nei Paesi Bassi appaiono di nuovo messe in discussione.