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    ISRAELE

    Un nuovo patrimonio per la storia degli ebrei di Libia: l’archivio di Mordechai Ha-Cohen catalogato in Israele

    La storia degli ebrei di Libia potrà essere esaminata sotto una nuova luce grazie alla catalogazione effettuata dalla Biblioteca Nazionale d’Israele dell’archivio del rabbino Mordechai Ben Yehuda Ha-Cohen di Tripoli, considerato dagli studiosi il più importante storico dell’ebraismo di quest’area geografica.
    Mordehai Ha-Cohen nacque a Tripoli nel 1856 da una famiglia di origini italiane. Rimasto orfano di padre in giovane età, Ha-Cohen iniziò presto a lavorare, dedicandosi a molteplici attività. Oltre ad insegnare in un Talmud Torah, imparò a riparare orologi e lavorò come venditore ambulante, mestiere che gli permise di viaggiare e di conoscere meglio le comunità ebraiche nei villaggi delle zone più rurali della Tripolitania.
    Studioso autodidatta e dotato di numerosi interessi, Ha-Cohen si dedicò all’antropologia, all’etnografia, all’etnologia, esplorando anche temi molto diversi tra loro come la medicina, la magia e l’astronomia. La sua prima importante opera, Higgid Mordechai, fu dedicata alla storia della Libia e degli ebrei libici, analizzando usi e costumi con particolare attenzione alle istituzioni ebraiche locali e al rapporto tra il mondo arabo e quello ebraico. In quest’opera Ha-Cohen mostra interesse anche per le comunità ebraiche dei villaggi rurali e per la comunità di Bengasi, a cui dedica una sezione speciale. Infatti, nel 1919 Ha-Cohen era diventato dayan (giudice della corte rabbinica) della comunità ebraica di Bengasi, carica che ricoprì fino alla sua morte nel 1929. L’ufficio coloniale italiano in Libia mostrò grande interesse per l’opera di Ha-Cohen, soprattutto per la sezione dedicata alle istituzioni e ai costumi, che fu tradotta da Marino Mario Moreno.
    Ha Cohen fu molto prolifico e scrisse anche numerosi articoli, soprattutto per i quotidiani Ha-Herut e Ha-Yehudi. Un momento importante della vita di Ha-Cohen fu l’incontro con Nahum Slouschz, studioso delle comunità ebraiche orientali. Slouschz rimase favorevolmente impressionato dalle conoscenze di Ha-Cohen, tanto da invitarlo ad unirsi a lui nei suoi viaggi come guida. La collaborazione tra i due studiosi proseguì anche dopo che Slouschz lasciò la Libia.
    Mordechai Ha-Cohen morì nel 1929. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la sua famiglia affidò i manoscritti delle sue opere allo storico e professore Ephraim Elimelech Urbach, che prestava servizio nell’esercito britannico. Urbach fece arrivare i testi alla Biblioteca Nazionale di Gerusalemme. In seguito, alcuni famigliari di Ha-Cohen emigrarono in Israele portando con sé molti documenti personali di Ha-Cohen, anch’essi donati alla Biblioteca Nazionale.
    L’opera di Mordechai Ha-Cohen è stata studiata con passione dal professor Harvey E. Goldberg, ricercatore dell’ebraismo libico, che ha curato l’edizione dell’opera “Higgid Mordechai”.
    Tra i documenti di Ha-Cohen conservati presso la Biblioteca nazionale vi sono articoli, copie di lettere e numerosi manoscritti. Grazie alla donazione della Samis Foundation di Seattle, dedicata alla memoria di Samuel Israel, l’archivio del rabbino tripolino è stato catalogato ed è ora consultabile alla National Library of Israel. Questo archivio rappresenta un tesoro culturale per approfondire la comprensione e l’analisi storica e culturale degli ebrei libici.

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