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    Cultura

    Biscotti venezuelani

    Un anno è passato, ed ognuno di noi ricorda perfettamente dove era e cosa stava facendo quando ha ricevuto le prime notizie del terribile attacco del 7 ottobre, Simchat Torah di esattamente un anno fa.
    Mi sono interrogata in questi giorni su dove trovare la forza di ripetere i rituali di una festività, che nel suo stesso nome riporta al concetto di allegria.
    Dovremmo prepararci ad accompagnare con gioia la conclusione della lettura della torah e l’inizio di un nuovo ciclo, eppure quest’anno mi sembra assolutamente impossibile.
    Mi domando continuamente che senso abbia una celebrazione, come si possa non pensare a tutte le vite che ci sono state strappate via e che purtroppo ancora sono in pericolo per una guerra non voluta e che coinvolge ognuno di noi in qualsiasi parte del mondo.
    Ho letto molti articoli e commenti sull’argomento cercando parole che potessero aiutarmi a superare tanto dolore e poter godere della festa.
    Quello che più di altri mi ha colpito, è stato un pensiero scritto da Rav Doron Perez, che ha tragicamente perso suo figlio soldato durante il terribile attacco.
    Una settimana dopo la sua scomparsa era programmato il matrimonio di un altro dei suoi figli, ed ha dovuto prendere la terribile decisione di confermare o cancellare l’evento, e soprattutto, in caso di conferma, di come trovare la forza di celebrare un’unione, con il cuore pieno di dolore e paura.
    L’unico strumento che ha trovato per poter affrontarlo è stato quello di chiudere il male che provava in una cassa dentro il suo cuore e di tenerlo lontano dalla felicità che lo sposo e la sposa si meritavano.
    È stata un’impresa quasi impossibile, fare fotografie, accogliere gli ospiti, eppure è riuscito a vivere quella gioia e non darla vinta alla morte sulla vita.
    Perché la vita va celebrata anche se il buio continua ad inseguirci, e tutto il dolore che ci sta accompagnando va messo da parte per ringraziare Dio di tutto il bene che ancora c’è nel mondo, di tutti i piccoli miracoli ai quali assistiamo continuamente.
    Vi propongo oggi una ricetta di biscotti ricevuta da un’amica venezuelana che lei prepara qui a Madrid.
    Chag Sameach a tutti

    Ingredienti:
    1 tazza e mezzo di farina di mandorle
    1 tazza di farina
    1 cucchiaino di cannella
    Un pizzico di sale
    225 gr di burro o margarina
    1 bicchiere di zucchero
    1 cucchiaino di estratto di mandorle
    Alcune mandorle pelate
    Zucchero a velo

    Preparazione:
    Per prima cosa mescolate gli ingredienti secchi, farina, farina di mandorle, cannella e sale in una ciotola. In un altro recipiente mischiate bene il burro con lo zucchero. Quando il composto sarà ben cremoso aggiungete l’estratto di mandorle e poi lentamente gli ingredienti secchi.
    Quando gli ingredienti saranno ben mescolati mettete l’impasto su pellicola alimentare e formate una specie di salsiccia che lascerete una mezz’ora in frigorifero.
    Tagliate poi il salsicciotto in dischi alti circa 2 cm, poggiateci sopra una mandorla pelata ed infornate per 10 minuti in forno giàcaldo a 180 gradi.
    Lasciateli raffreddare e spolverate con zucchero a velo.

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