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    NEWS

    Guerriglia al corteo propal di Roma: feriti, bandiere di Hezbollah e slogan che inneggiano al 7 ottobre

    È finita come purtroppo era prevedibile la manifestazione propalestinese e filo Hamas non autorizzata. Appena cinquemila i partecipanti ma la guerriglia si scatena comunque a corteo finito, verso le 17.30, in piazzale Ostiense. Alcuni incappucciati iniziano a tirare sassi, bottiglie, bombe carta e persino pali stradali divelti contro le camionette della polizia. Le forze dell’ordine reagisconospruzzando gli idranti sulla folla. Almeno tre ragazzi vengono feriti durante gli scontri, tra loro anche una ragazza. Un fotografo viene colpito alla testa dopo essere stato bastonato da alcuni manifestanti incappucciati. Un altro è ferito a una mano, colpita da un sasso. Il bilancio finale è un arresto, quattro fermati, oltre 200 persone allontanate prima della manifestazione di cui 51 con foglio di via poiché gravate da precedenti per reati contro l’ordine pubblico. Trentaquattro gli agenti feriti, tra cui un dirigente della polizia di Stato che ha riportato la frattura del bacino. Al vaglio le immagini della polizia scientifica per dare un nome ai responsabili dei disordini, sotto la lente gli ambienti anarchici, dei centri sociali e degli ultrà. Alcuni avrebbero raggiunto la Capitale sfuggendo agli imponenti controlli.

    È l’epilogo di un pomeriggio che ha visto ancora una volta come protagonista l’antisemitismo mascherato da antisionismo tra urla e bandiere. “L’Italia fermi la vendita e l’invio di armi a Israele, Finisca immediatamente il genocidio a Gaza”, “Il 7 ottobre è iniziata la rivoluzione”, “Resistenza fino alla vittoria”, “Palestina immortale, Israele criminale”, La resistenza ce l’ha insegnato, uccidere i sionisti non è peccato”, “Free Palestine”, con l’immagine che include tutto il territorio israeliano, sono alcuni degli slogan. Inquietanti quelli dei Giovani palestinesi con “Viva il 7 ottobre” e che per i prossimi giorni annunciano “L’intifada studentesca” nelle scuole e nelle università di tutta Italia al grido di: “Se non cambierà, intifada pure qua. Una vera e propria minaccia per la nostra democrazia e per chi non ricorda che, a parte il terrorismo interno, i palestinesi sono gli unici ad aver fatto vittime sul nostro territorio come il piccolo Stefano Gaj Taché nell’attentato alla Sinagoga del 1982.

    Ma la ciliegina sulla torta è la presenza della bandiera di Hezbollah, il vessillo giallo spunta nello spezzone dei militanti libanesi e riporta un versetto del corano: “E colui che sceglie per alleati Allah e il Suo Messaggero e i credenti, in verità è il partito di Dio, Hezbollah, che avrà la vittoria”con raffigurata la mano che stringe un fucile d’assalto stilizzato. “Ci fermano per garantire la guerra”, dal megafono, urla uno dei rappresentati dell’Unione democratica arabo palestinese.

    “Esprimo la piena solidarietà, mia e del governo, alle Forze dell’ordine, insultate e aggredite da sedicenti ‘manifestanti’ che usano ogni pretesto per sfogare la loro assurda violenza. È intollerabile che decine di agenti vengano feriti durante una manifestazione di piazza”, scrive sui suoi social la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

    “Tutta la mia vicinanza e gratitudine ai 34 operatori delle Forze di Polizia aggrediti e feriti nell’occasione. Ringrazio le Forze dell’ordine e la questura di Roma per l’efficace ed equilibrata gestione di una situazione difficile, a difesa della sicurezza dei cittadini”, scrive su X il ministro Matteo Piantedosi“.

    È una manifestazione “esplicitamente pro- Hamas non proPalestina – dice il giornalista Pierluigi Battista – nel senso che il 7 ottobre 2023 viene considerato un atto di resistenza. Non è pro Stato palestinese è contro l’esistenza dello Stato d’Israele”. “Una vergogna le bandiere Hezbollah”, dichiara Maurizio Gasparri di Forza Italia, mentre per Daniela Santanché di Fratelli d’Italia “a preoccupare è l’antisemitismo”.

    Resta l’amarezza per un rituale stanco che continua a minacciare la nostra democrazia. Una manifestazione vietata che si tiene comunque, che vuole soltanto la cancellazione d’Israele inneggiando ad Hamas e Hezbollah, due organizzazioni che non soltanto negano la libera espressione del pensiero ma ogni forma di dissenso e che sotto le loro dittature non sarebbe finita con qualche fermo, ma con la condanna a morte dei partecipanti al corteo.

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