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    ISRAELE

    Israele intensifica i raid in Libano: colpiti i leader e le infrastrutture di Hezbollah

    Negli ultimi giorni, l’esercito israeliano ha intensificato le operazioni contro la leadership di Hezbollah, eliminando diversi membri di alto rango. Tra i principali bersagli colpiti figurano Ibrahim Muhammad Qabisi e Mohammed Srur.
    Qabisi, responsabile delle forze missilistiche e dei razzi di Hezbollah, è stato ucciso martedì, insieme al suo vice Abbas Ibrahim Sharaf Ad-Din e a Hussein Hany, esponente di spicco dell’unità missilistica, legato al comandante militare Fuad Shukr, già eliminato a luglio. Il portavoce dell’IDF ha dichiarato: “L’eliminazione di questi leader chiave riduce significativamente la capacità offensiva di Hezbollah, specialmente per quanto riguarda i loro attacchi missilistici contro Israele”.
    Giovedì, invece, in un raid aereo, è stato ucciso Mohammed Srur, comandante delle forze aeree di Hezbollah e responsabile della flotta di droni e delle difese aeree del gruppo. Srur, operante nel quartiere Dahiyeh di Beirut, aveva guidato numerose operazioni utilizzando droni esplosivi e missili da crociera. Il capo di stato maggiore dell’IDF, Herzi Halevi, ha commentato l’operazione, affermando che “questo è solo l’inizio”. “Continueremo a colpire chiunque minacci la sicurezza di Israele con tecnologie avanzate e armi letali”, ha aggiunto.
    Questi attacchi mirati si inseriscono in un’escalation del conflitto, con oltre 220 obiettivi di Hezbollah colpiti dalle forze israeliane solo nella giornata di giovedì. Hezbollah ha risposto lanciando oltre 175 razzi verso il nord di Israele, colpendo città come Haifa, Acri e altre località nel nord.
    L’IDF hanno dichiarato di aver distrutto più di duemila obiettivi in Libano dall’inizio delle operazioni e ha ribadito l’intenzione di proseguire gli attacchi, rigettando le proposte di cessate il fuoco. “Un cessate il fuoco in questo momento permetterebbe a Hezbollah di riorganizzarsi e continuare a minacciare i cittadini israeliani. Continueremo a operare fino a quando la sicurezza del nostro Paese non sarà garantita”, ha dichiarato il primo ministro Benjamin Netanyahu.

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