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    ISRAELE

    La propaganda psicologica di Hamas: riprese e messinscene. Le testimonianze di alcuni ostaggi

    Cominciano ad emergere maggiori dettagli sulle strategie adottate da Hamas nella subdola guerra psicologica contro Israele. Sabato il The Wall Street Journal ha pubblicato un articolo in cui si è concentrato soprattutto su come i terroristi abbiano costretto gli ostaggi rapiti il 7 ottobre a partecipare nei video pubblicati da Hamas.
    Gli ostaggi sono stati costretti a ripetere ciò che gli veniva ordinato dai terroristi che li detenevano. Vere e proprie sceneggiature curate nei minimi dettagli sia nelle parole che nei gesti. Le riprese sono state fatte da una piccola troupe che includeva un cameraman e una persona che parlava in ebraico.
    In particolar modo, The Wall Street Journal ha riportato quanto rivelato da Aviva Siegel. La donna era stata catturata dai terroristi durante l’attacco dello scorso 7 ottobre ed è stata liberata dopo 50 giorni, durante la tregua di novembre. Siegel ha spiegato che gli ostaggi sono stati obbligati a partecipare alle riprese seguendo accuratamente le istruzioni dei propri aguzzini. I terroristi le hanno dato alcune frasi su cui basarsi e qualora avesse sbagliato durante la registrazione, avrebbero ricominciato dall’inizio fino a quando non avesse raggiunto il risultato che volevano.
    Ad esempio Siegel ha ricordato che le riprese del suo filmato sono state interrotte perché non aveva detto di venire da Kfar Aza, oppure perché non aveva detto che Netanyahu la dovesse far tornare a casa. «Dimenticavo sempre qualcosa, quindi dovevo ripeterlo di nuovo» ha spiegato Siegel. I terroristi l’avrebbero anche filmata seduta ad un tavolo sul quale era stato disposto del cibo. Le avrebbero anche ordinato di sedersi accanto a loro e di sorridere, ma solo per una fotografia.
    Un terrorista avrebbe anche provato a pettinarle i capelli per farla apparire in condizioni migliori, ma Siegel avrebbe rifiutato la richiesta. «Sapevo come apparivo. Era disgustoso, ero molto sporca» ha commentato la donna.
    Alcuni dei filmati realizzati da Hamas non sono mai stati pubblicati. Tra questi vi è quello di Chen Almog- Goldstein, rapita insieme ai suoi tre bambini da Kfar Aza. I terroristi l’hanno filmata mentre si trovava in un tunnel il secondo giorno della sua prigionia.
    I filmati prodotti dai terroristi sono stati uno degli elementi fondamentali della propaganda e guerra psicologica condotta dai terroristi di Hamas. Alcuni di questi video sono stati pubblicati per accusare Israele di aver ucciso alcuni ostaggi con le proprie operazioni militari; altri, invece, sono stati pubblicati dopo la conferma dell’assassinio degli ostaggi. È il caso dei filmati dei sei ragazzi rapiti da Hamas mentre partecipavano al Supernova Festival.
    Hamas ha inizialmente pubblicato i filmati di Eden Yerushalami, Alex Lobanov e Carmel Gat ed in un secondo momento ha pubblicato anche il filmato che mostrava Hersh Goldberg-Polin. I terroristi avevano già pubblicato un filmato di Hersh ad aprile. Il ragazzo era apparso in pessime condizioni di salute e senza un avambraccio, perso a causa dell’esplosione di una granata durante l’attacco del 7 ottobre. La madre di Hersh ha spiegato al The Wall Street Journal che guardare il primo filmato di Hersh è stata una forma molto lenta di trauma e tortura.

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